Ogni anno, in Italia, il 25 Aprile si celebra la festa della Liberazione dal regime fascista e dall’occupazione militare tedesca dell’esercito nazista, avvenuta nel 1945. Quest’anno, molte persone vorrebbero festeggiare la liberazione, quella dal Covid-19, non il 25 aprile ma il 4 maggio, data scelta dal governo per dare inizio alla Fase 2 dell’emergenza. Il problema, però, è che questa “fatidica” data non simboleggerà un ritorno alla normalità ma un semplice allentamento delle misure restrittive.
La storia c’insegna che è meglio non correre
Nel 1918, nel pieno del primo conflitto mondiale, l’Italia venne colpita dall’influenza “Spagnola” che, in poco tempo, mietè vittime su vittime. Quando s’incominciò a vedere un primo spiraglio, il governo decise di riaprire e, poco dopo, il numero dei contagi ritornò a salire. Oggi, a differenza di allora, le strutture sanitarie sono molto più avanzate ma, come allora, il nemico da sconfiggere è subdolo e, per di più, non esiste un vaccino in grado di salvaguardare la salute della popolazione. È inutile, certamente, creare allarmismi ma, allo stesso tempo, occorre fare in modo che non si ripetano gli errori del passato.
Solo se la popolazione dimostrerà di essere responsabile, si potrà evitare una seconda ondata di contagi
Riaprire significa riportare in strada più di 4 milioni di persone che, per motivi di lavoro, saranno costrette ad utilizzare i mezzi pubblici per spostarsi. Ciò, come più volte dichiarato dal premier Conte, potrebbe portare ad una risalita della curva del contagio. Perciò, si confida ancora una volta, per evitare quest’ultimo scenario, nel buon senso della popolazione. Come è possibile, però, credere in quest’ultima cosa con ancora una media di 2000 contagiati e circa 300 morti al giorno e, quindi, una possibilità ancora elevata di contagio tra coloro che rappresentano i cosiddetti “asintomatici”?
Solo il tempo ci dirà quali decisioni saranno state più azzeccate ma, al momento, qualsiasi cosa si scelga di fare non accontenterà tutti. L’unica cosa certa, però, è che il 4 Maggio non potremo svegliarci con la certezza di aver sconfitto il Coronavirus.