REGGIO EMILIA – «Vi ammazzo tutti! Voglio parlare con Salvini!» ha annunciato Francesco Amato, l’uomo di 55 anni, condannato a 19 anni per il processo Aemilia. Questa mattina alle 9 circa ha fatto irruzione nelle Poste di Pieve Modolena tenendo in ostaggio nove dipendenti armato di coltello. Dopo aver fatto uscire i clienti ha trattenuto i dipendenti minacciandoli con una lama di 25 cm.
Chi era Francesco Amato?
L’uomo, latitante dal giorno della condanna al maxi processo, era accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, secondo i magistrati era costantemente in contatto con gli associati della famiglia Aracri.
Il processo Aemilia terminato 31 ottobre l con 118 condanne per oltre 1.200 anni di carcere e altre 24 in abbreviato: tra questi anche l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta (due anni per reati di armi, ma senza aggravante mafiosa) e 19 per il padre Giuseppe. Sempre in abbreviato, sono già definitive in Cassazione le condanne per i promotori dell’associazione a delinquere di stampo mafioso contestata dalla Dda, che nel 2015 fece scattare oltre 160 arresti, assestando un forte colpo alla “‘ndrangheta imprenditrice”.
Il suo un gesto dimostrativo – ha dichiarato il fratello del sequestratore – contro un’ingiusta condanna, «mio zio non è una persona cattiva. Mi dispiace per le povere persone lì dentro. Lo sta facendo perché pensa di aver avuto una condanna ingiusta. Non è colpevole, lo ha fatto perché è innocente» – sostiene la nipote fuori dall’ufficio postale che descrive lo zio come una persona innocua che vuole soltanto giustizia.
Le trattative della resa
Fuori le forze speciali, pronte al blitz, hanno preferito tentare una soluzione pacifica, facendogli capire che non avrebbe mai potuto ottenere ciò che chiedeva.
La soluzione è arrivata poco dopo le 13, dopo ben sette ore di sequestro, quando Amato si è volontariamente consegnato alle forze dell’ordine dopo aver fatto uscire gli ostaggi incolumi – ha dichiarato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Cristiano Desideri. Una donna era già stata rilasciata precedentemente, verso le 12, perché svenuta a causa di un malore.
Lo stesso Amato, già ne 2016, aveva tentato un gesto provocatorio, fissando un cartellone davanti il tribunale di Reggio Emilia colmo di invettive.
Anna Bagnato