Roma: Il Comune si prende le monetine della Fontana di Trevi destinate alla Caritas

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Fontana di Trevi - Roma

Sta facendo discutere la decisione del Comune di Roma circa l’utilizzo delle monetine gettate per tradizione dai turisti nella storica Fontana di Trevi.

Dal 1^ aprile 2019 pare infatti che la Caritas di Roma non le riceverà più. Il Comune le userà per progetti di manutenzione dei monumenti della Città Eterna e ad altre finalità non bene specificate.

Il direttore della Caritas, Don Benoni Ambarus, esprime tutta la sua preoccupazione al riguardo. La funzione della Chiesa è sempre stata collaborativa con il Campidoglio sin dal 2001. Il sindaco Rutelli prese la decisione di donare l’importo delle monetine in beneficienza proprio alla Caritas.

L’Acea è attualmente incaricata a raccogliere gli spiccioli dalle fontane romane. La società di servizi li insacchetta e li consegna a un addetto della Caritas davanti a un esponente della polizia municipale di Roma Capitale, firmando un verbale. Le monetine poi vengono pulite e divise per valuta dai volontari Caritas, poi contate e versate in banca, ovviamente senza alcun costo aggiuntivo.

La Caritas trimestralmente è tenuta a stilare un rendiconto sulle spese sostenute al Comune.

Nel 2018 la somma delle monetine si aggira intorno al milione e mezzo di euro, non poco, ma ancora non si capisce come la giunta Raggi la userà.

L’opposizione insorge

La consigliera del Pd Michela Di Biase critica: “La giunta guidata da Virginia Raggi ha deciso tutto questo in nome della legalità. Sempre nel nome della legalità verranno sottratte risorse preziose per interventi a favore dei senzatetto e a iniziative benefiche che sempre più spesso colmano mancanze del sistema welfare cittadino. In nome della legalità i dipartimenti di Roma Capitale sono fermi da oltre due anni, incapaci di concludere gare e mandare a bando i servizi essenziali della città. Per la legalità la giunta Raggi toglie ai poveri per non restituire a nessuno, ma semmai togliere a tutti, e sempre un po’ di più. Anche di umanità”.

Le reazioni della Caritas

I raccolti delle fontane romane sono sempre stati importanti nel bilancio Caritas perché costituiscono il 15% dell’introito.

Il 70% è costituito di convenzioni pubbliche e il 30% da privati.

Dal 1^ aprile quindi gli spiccioli non saranno più conteggiati gratuitamente dai volontari della Caritas, ma a pagamento dall’Acea. Ma ciò avrà un costo. La somma totale della raccolta vedrà una riduzione destinata ad Acea. Il restante verrà genericamente destinato a scopi sociali e alla manutenzione.

Il rischio è anche che parte delle somme saranno utilizzare per costi per la burocrazia invece che essere destinate ai i poveri.

«In questi anni abbiamo interpretato il nostro ruolo per restituire ai cittadini sofferenti ciò che troppo spesso e per ragioni diverse non riescono ad avere in termini di servizi e, ancor più grave, in termini di diritti» aggiunge monsignor Feroci.

Si sottolinea la trasparenza della gestione delle amministrazioni precedenti che hanno scelto l’opera della Caritas perché «si tratta dell’organismo più diffuso sul territorio e in grado di incontrare, direttamente e non, tutte le forme di povertà e disagio».

Don Benoni Ambarius aggiunge: «Ostia, ad esempio, che fino a due anni fa era in convenzione, poi non più. Lì spendiamo 500 mila euro l’anno: per la mensa che fornisce oltre 150 pasti al giorno, per il centro di accoglienza da 60 posti letto, per il centro ascolto e di orientamento. In quel municipio la Caritas è l’unico polo di solidarietà. Un punto luminoso che, come altri, rischia di affievolirsi. Se non di spegnersi. Come Caritas possiamo contare su una grande generosità di offerte liberali, collette parrocchiali, lasciti testamentari, sull’8 per mille della CEI. E da 18 anni su questa grande e inconsapevole carità dei turisti».

In realtà, già dall’aprile 2018 si paventava l’ipotesi passaggio a Roma Capitale poichè previsto dal regolamento firmato dal vicesindaco Luca Bergamo e dall’assessore alle Politiche Sociali Laura Baldassarre. All’epoca ci fu una proroga di un anno, ma attualmente la giunta sembra non transigere.

Le conseguenze

Alla luce di ciò si teme, oltre alla riduzione dei servizi per i più poveri, probabili ripercussioni sociali anche per la città. Avvenire infatti stima che nella Capitale sono presenti oltre 16 mila indigenti, non solo clochard, ma anche numerose famiglie che stentano ad arrivare a fine mese. Ma anche un seguito in altri Comuni italiani che potrebbero emulare la decisione romana.

EDIT: Aggiornamento del 15 gennaio 2019. Retromarcia decisione Giunta Raggi

https://it.notizie.yahoo.com/fontana-di-trevi-raggi-fa-155403764.html

Annamaria Gnisci