Altra scossa ieri a 40 chilometri da Tirana, magnitudo 5.6. E oggi un’altra di magnitudo 5.1
Dopo il terremoto che ha colpito nella notte del 26 novembre la costa settentrionale dell’Albania, vicino Durazzo, un’altra scossa di terremoto si è registrata ieri, intorno alle 16,00, a 40 chilometri da Tirana. La scossa è stata registrata di magnitudo 5.6 e l’epicentro è stato nell’Adriatico. Inoltre, si è registrata oggi un’altra scossa di magnitudo 5.1.
Il bilancio delle vittime del terremoto in Albania si aggrava
Precisamente, secondo gli ultimi dati, i morti sarebbero 41.
Tra le vittime 4 bambini di età dai tre agli otto anni e 17 donne. Finora si registrano 17 morti a Durazzo, 23 a Thumane e 1 a Kurbin, a circa 50 chilometri a nord della capitale.
Ieri è stata proclamata una giornata di lutto nazionale in memoria delle vittime.
È da notare che tra le vittime ci sono anche la fidanzata del figlio del premier albanese Edi Rama, Kristi Reci di 24 anni e la sua intera famiglia tra le vittime. Lo ha reso noto il figlio del premier, Gregor Rama, di 29 anni, in un post su Instagram.
Secondo fonti ufficiali all’appello mancherebbero ancora una ventina di persone.
“Voglio ringraziare il popolo italiano e le sue istituzioni per il contributo in questa tragedia”, ha detto il presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta.
Il governo albanese ha annunciato ieri di aver proclamato lo Stato di emergenza a Tirana e Durazzo. Il premier Edi Rama ha spiegato che il provvedimento durerà per un periodo di 30 giorni.
Le parole ed il contributo di Papa Francesco
“Vorrei inviare un saluto, vicinanza al caro popolo albanese che ha sofferto tanto in questi giorni”, ha detto il Papa a termine dell’udienza generale, ricordando che l’Albania è stato “il primo Paese d’Europa che ho voluto visitare”.
“Sono vicino alle vittime, prego per i morti, per i feriti, per le famiglie. Che il Signore benedica questo popolo al quale io voglio tanto bene”, ha aggiunto il Papa.
Ma non solo parole, infatti Papa Francesco ha inviato 100 mila euro per l’Albania dopo il duro terremoto che l’ha colpita. Lo ha fatto tramite il Servizio dello Sviluppo umano integrale, il dicastero vaticano da lui costituito.
Si tratta di “un primo contributo”, informa un bollettino della sala stampa vaticana, “per il soccorso alla popolazione in questa immediata fase di emergenza”.
“Il Santo Padre – spiega la nota – vuole esprimere in tal modo la sua vicinanza spirituale e il suo paterno sostegno nei confronti delle persone e dei territori colpiti”.