Pochi sanno che a Londra, impegnata tra polemiche sulla Brexit, esiste un quartiere che porta il nome di Maida.
John Stuart, comandante dell’esercito inglese, nel 1806, sconfisse l’esercito francese proprio a Maida e, per commemorare la vittoria, fu dedicata al paese del catanzarese una zona di Londra. Attualmente Maida Vale è un quartiere molto elegante, nella City of Westminster, nella quale esiste anche l’omonima stazione metropolitana, inaugurata nel 1915.
Dati AIRE e Istat
Fino ad oggi la cosmopolita Londra ha accolto tantissimi calabresi che abbandonano la propria terra in cerca di un futuro meno incerto.
Secondo il consolato italiano, sono più di 300.000 gli italiani iscritti all’AIRE, cioè ufficialmente residenti, ma è un numero che occorre rettificare visto che tanti si trasferiscono a Londra senza spostare la residenza. Si parla di oltre mezzo milione di persone, una città a sé stante, praticamente.
In base ai dati ISTAT, ci sono oltre 15.000 giovani under 40 e almeno un italiano su tre ha cambiato la residenza. A ciò occorre aggiungere che quasi il 20% dei giovani è disposto a trasferirsi all’estero per trovare un lavoro, convinti che il futuro non sarà in Italia.
Non è facile capire i numeri esatti dei calabresi a Londra, ma l’esodo è certo e Londra, insieme alla Spagna, sono le mete principali di richiamo.
Ovviamente è la ricerca di un lavoro il motivo principale dei trasferimenti, soprattutto verso Londra. Ma se si pensa che i giovani siano solo camerieri è errato. Ci sono tantissimi giovani (e non) artisti, medici, studenti provenienti dalla Calabria.
Per quanto riguarda la Brexit, è recente la notizia che il Regno Unito chiederà una proroga per l’uscita dall’Unione Europea. Di fatto, la Brexit è stata rinviata al 30 giugno a patto che vengano trovati degli accordi entro il 20 marzo. Forse questo segnerà una flessione delle presenze calabresi a Londra e nel Regno Unito, ma resta comunque un forte richiamo di giovani e meno giovani tant’è che le registrazioni all’AIRE hanno visto una crescita del 50% rispetto al 2016.
Comunicato dell’ANSA sulla Brexit
“Il governo di Theresa May porta a casa finalmente un piccolo successo alla Camera dei Comuni col via libera – 412 i sì, 202 i no – a una mozione che gli consentirà di chiedere all’Ue un rinvio “breve” della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno, con l’obiettivo di riproporre intanto per la terza volta al voto di ratifica del Parlamento l’accordo di divorzio raggiunto con Bruxelles a novembre e già bocciato 2 volte. Voto a questo punto in programma per la settima prossima. Intanto da Bruxelles arriva la replica della Commissione Ue. Un portavoce ha detto che il rinvio non è automatico. Spetterà ai leader dei 27 decidere e dovranno eventualmente farlo all’unanimità.
Non c’è maggioranza alla Camera dei Comuni britannica invece in favore di un secondo referendum sulla Brexit, almeno per ora. Lo conferma stasera la bocciatura di un emendamento trasversale presentato per collegare la richiesta di un rinvio dell’uscita dall’Ue proposta in una mozione destinata ad andare al voto più tardi alla convocazione di una nuova consultazione referendaria (“People’s Vote”) dopo quella del 2016. L’emendamento ha avuto appena 85 voti a favore e 334 contrari. Ha pesato l’astensione del Labour.
Intanto dall’Ue arriva un nuovo avvertimento. Di fronte a questa “situazione di incertezza – dice il capo negoziatore Michael Barnier – se siamo lucidi e responsabili ci dobbiamo preparare ad una Brexit senza accordo, perché il 29 marzo è vicino“. L’estensione sarà al voto stasera, “non mi permetto di intervenire su questo, ma voglio dire che la situazione è grave e che bisogna prepararsi” allo scenario di un ‘no deal’. “Siamo pronti, ma raccomando di non sottostimare le conseguenze”.
Donald Trump attacca Theresa May e il modo in cui la premier britannica ha gestito i negoziati sulla Brexit: “Non ha ascoltato i miei consigli”, ha detto parlando con i giornalisti a margine dell’incontro col primo ministro irlandese Leo Varadkar. Trump ha quindi sottolineato come gli Stati Uniti vogliono rimanere fuori dai negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ma ha affermato di ritenere come un altro voto sulla Brexit “sarebbe impossibile perchè ingiusto”. “I negoziati devono andare avanti”, ha aggiunto, “anche se dovevano essere portati avanti in maniera diversa”.
(Ansa 15 marzo 2019)
Annamaria Gnisci