Apericena sulla Costa degli Dei: 10 “tapas” per un insolito aperitivo calabrese

Tramonto a Tropea con all'orizzonte il vulcano Stromboli (Calabria Geographic)

Nostalgia di Tropea e della Costa degli Dei oppure in cerca di un’idea stuzzicante per un originale apericena?

Abbiamo l’idea che fa per voi: un aperitivo (rinforzato) da proporre al tramonto e con prodotti tipici della Calabria, precisamente di questa parte della Calabria che richiama tanti turisti.

La nostra terra non è solo mare, o montagna, e neanche solo storia e arte. Possiede un patrimonio enogastronomico di tutta eccellenza e di prodotti autoctoni molto pregiati e particolari.

Ed è proprio questo che si intende suggerire, proponendo non tutti gli ingredienti calabresi, ma quelli di una zona particolare che è la “Costa degli Dei”. Si tratta di un’area geografica della costa tirrenica che va da Pizzo Calabro a Nicotera che include anche la bellissima Tropea e il suo tramonto spettacolare.

Un aperitivo calabrese per celebrare la “Costa degli Dei” e i suoi sapori

L’idea centrale è quella di proporre una serie di stuzzichini al tramonto. Certo, non sarà come vedere il sole inghiottito dallo Stromboli, ma l’importante è l’atmosfera.

Piccole porzioni appetitose sia per l’olfatto che per la vista. Colori e profumi si intrecciano in un percorso enogastronomico adatto anche a chi ha dei gusti difficili.

Intanto, affrontiamo il tema solito quando si parla di cucina calabrese: la piccantezza; sfatiamo anche un mito perché il piccante è a gusto personale e si può modulare in base al proprio apprezzamento. Una verità sconosciuta: esistono anche piatti dolci.

Diciamo che esistono piatti e ingredienti che di piccante non hanno nulla! Perché non proporre anche quelli?

Tante “tapas” un unico ingrediente: il cuore degli Dei

Servire tante piccole porzioni è un’idea che lascerà soddisfatti tutti gli ospiti, anche quelli più difficili ed esigenti. Si può anche optare per delle specialità vegetariane.

  • Calzoncini di tonno Callipo e ‘nduja al forno. Il tonno Callipo è un marchio noto in tutta l’Italia ed è di una qualità eccellente. La ‘nduja non ha bisogno di presentazioni: con il suo profumo inconfodibile e il sapore deciso ben si abbina ad altri ingredienti calabresi; si tratta di un goloso calzone in miniatura al cui interno ci sono tonno all’olio di oliva e ‘nduja. Volendo, possono essere solo ‘nduja o solo tonno. Se si volesse rafforzare il sapore si può inserire della cipolla di Tropea caramellata;
  • Bruschetta di pane di semi di finoccchio con cipolle di Tropea caramellate e ricotta di pecora affumicata. È inutile descrivere la cipolla di Tropea. Con la sua dolcezza e carattere è praticamente inconfondibile. Preparare una composta di cipolle caramellate non è difficile, anzi. Quindi converrà farla in casa;
  • Zuppa di cipolle di Tropea con il pane di Monte Poro abbrustolito. La licurdia, la cui ricetta e storia la potete trovare qui è un ottimo spuntino da proporre in una ciotolina, magari di artigianato locale. Il suo sapore forte e gustoso aggiungerà anche una nota di “classe” poiché molto simile alla cugina francese soup à l’oignon. Poiché la cucina calabrese nasce come povera anche gli ingredienti sono moderatamente raffinati e soprattutto locali. Tra l’altro, è una ricetta che si sta perdendo quindi riproporla è sicuramente una nota particolare;
  • Fileja con il ragù di salsiccia o sugo semplice con basilico fresco. La fileja è la pasta tipica della Costa degli Dei. È considerata la pasta della domenica a pranzo dove la famiglia si riunisce dopo una settimana di duro lavoro. Abbiamo dedicato un articolo alla fileja e alla sua storia. La preparazione rispetta un po’ lo standard di tutte le paste calabresi fatte a mano poiché non c’è l’uovo;
  • Struncatura con alici e peperoncino piccante. Ci sarebbe da scrivere molto su questo tipo di pasta che sta entusiasmando tanti mercati e chef. Si tratta anche questo di un ingrediente povero di recupero che ha una sua storia e connotazione geografica;
  • Fagioli di Caria in pignata e bruschetta di pane di Monte Poro con aglio di Papaglionti alias suriaca ‘nta pignata. I fagioli sono spesso associati alla carne. Poiché una volta la carne non arrivava su tutte le tavole, ecco che i fagioli facevano la loro entrata per sostituirla. Una buona fetta del pane di Monte Poro abbrustolita e con una grattata del famoso aglio di Papaglionti farà sì che questa tapas resti nella memoria di ognuno;
  • Pecorino del Poro, soppressata e capocollo. Tocca ora a una solo portata con questi tre ingredienti. Saranno gli ospiti se decidere si mangiare con il pane o meno. Ovviamente pane locale! Il gusto sarà quello che ognuno tagli la propria fetta di salume o di formaggio posti al centro del tavolo.
  • Bruschetta con olio di Caroni e pomodori essiccati. E sì, questo olio è sicuramente uno dei più buoni della costa. Impossibile resistere nel fare un’ulteriore bruschetta unendolo ai famosi pomodori essiccati al sole;
  • Salaturi con melanzane, olive, finocchietto e peperoni. Chi non conosce “u salaruri” non si può dire che sia stato in Calabria. Il cosiddetto “boccaccio” è una poesia pura e salva tanti antipasti.
  • Vino rosso della Cantina Mangone di Mileto. Ovviamente non può mancare da bere e sicuramente un vino non potrà che essere rosso. Questa scelta locale ci sembra la più azzeccata.

Manca la nota dolce, ma se si dovesse optare per un fine pasto non si può che scegliere il famoso e unico tartufo di Pizzo seguito da un immancabile Amaro del Capo.

E voi, cosa avreste aggiunto o tolto?

Per avere un’idea di cosa visitare sulla “Costa degli Dei” cliccare qui