Le puntarelle sono una vera prelibatezza della cucina tradizionale romana. Da un po’ di tempo sono presenti anche presso alcuni punti frutta delle città calabresi, ma in tanti si chiedono come prepararle perché effettivamente non fanno parte della cultura calabrese.
Indubbiamente “caparle” è abbastanza complicato sebbene presso alcuni fruttivendoli si trovino già pronte, altrimenti serve un tutorial su YouTube in cui con i passaggi più importanti si capisce come agire.
Le puntarelle fanno parte della famiglia della cicoria catalogna. Della pianta si usano solo le punte più morbide. La parte legnosa va buttata, ma le foglie lunghe e frastagliate sono utilizzabili magari bollite o all’agro.
Sono tipiche del Lazio e anche della Campania, sono state inserite nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.).
Contengono molte proprietà nutritive: sono ricche di minerali come potassio, calcio, fosforo, zinco e magnesio e contiene vitamine A, C, E e vitamine del gruppo B.
Come pulire le puntarelle?
Per pulire le puntarelle, la parte interna va staccata dalle foglie eliminando la parte più dura.
La vera arte è quella di ricavare delle fettine sottili e arricciate. Questa caratteristica si ottiene mettendo a bagno la verdura con acqua e ghiaccio, lasciandole riposare per un’ora o più.
Il passaggio in acqua e ghiaccio è fondamentale anche per rendere le puntarelle croccanti e verdi.
Purtroppo non si possono tenere a lungo in frigo perché diventano nere e dal gusto amaro.
Si consiglia quindi di mangiarle fresche.
Come si preparano a Roma?
La tradizione romana vuole le puntarelle condite con olio evo, sale, aglio, aceto, spicchi di aglio e acciughe. È un pinzimonio gustoso e ricco di ingredienti forti. Si consiglia di fare insaporire le puntarelle per almeno mezz’ora. La quantità varia a secondo del gusto personale, ma è consigliabile abbondare con aglio e acciughe.
Sarebbe consigliato di mischiare le puntarelle direttamente con le mani perché essendo ricce a volte non prendono bene il condimento.