Individuati i migliori vini per il 2024. La rivista del Gambero Rosso ha infatti stilato l’elenco, regione per regione, delle bottiglie di vino più buone indicando, ovviamente, anche le cantine di provenienza.
Intanto, ad aggiudicarsi il podio come il vino più buono per il 2024 è il Barolo prodotto da una cantina che opera da più di cento anni e che conta su dei vigneti in alcuni cru più famosi della denominazione.
La cantina Vignarionda a Serralunga d’Alba ha ricevuto 5 stelle per l’annata del 2019 che potrà essere degustata anche tra 40 anni.
Tre Bicchieri 2024: i migliori vini calabresi 2024
Anche quest’anno la Calabria non delude, anzi, possiamo dire con certezza che sta aumentando i consensi e il successo per i suoi vini, puntando sulla rivoluzione “verde”.
Secondo la Guida Gambero Rosso “Il livello qualitativo della Calabria del vino è in continua crescita. I risultati sono sorprendenti, mai così tanti vini hanno raggiunto le nostre filiali“.
I vini che si sono aggiudicati il podio calabrese sono:
Benvenuto Orange Zibibbo 2022
Cantine Benvenuto
Cirò Rosso Cl. Sup. Duca Sanfelice Ris. 2021
Librandi
Greco 2022
Antonella Lombardo
Grisara Pecorello 2022
Roberto Ceraudo
La Calabria in bottiglia: un percorso in crescita
“Non delude neanche quest’anno la Calabria, regione che fino a qualche lustro fa dava l’impressione di non riuscire a svegliarsi dal sonnolento oblio a cui ci aveva abituato per decenni. Eppure qualcosa sotto covava, il primo segnale in verità data una dozzina di anni fa, quando si cominciò a parlare dei cosiddetti Cirò Boys, un gruppo di giovani produttori che cercava, attraverso vinificazioni tradizionali e un’agricoltura sostenibile, di creare attenzione attorno ad un vino storico come il Cirò. Per quanto lodevole e in parte riuscito, comunque il movimento rimase circoscritto alla sola denominazione cirotana. Ben altro è quello che è successo e che stiamo vivendo da alcuni anni a questa parte, una vera e propria rivoluzione, verde peraltro, che vede protagonista l’intera regione, da nord a sud e che ha visto nascere in breve tempo decine di nuove realtà che non solo fanno vino, spesso riprendendo vitigni autoctoni tradizionali, ma soprattutto hanno un’idea di qualità.“