Un nome come quello di Asimov è facile associarlo a libri famosi che sono entrati nella storia dei racconti del genere fantasy, ma difficilmente verrebbe in mente di accostarlo allo zibibbo.
Invece, stavolta non parliamo di robot bensì proprio del vino zibibbo made in Calabria al quale però possiamo coniugare tranquillamente l’aggettivo “fantastico”, con buona pace del celebre scrittore.
Eric Asimov è il nipote del famoso zio Isaac e scrive per New York Times. Il critico eno-gastronomico ha dedicato un suo spazio all’eccellenza enologica calabrese. Più precisamente il vino zibibbo prodotto da Giovanni Celeste Benvenuto a Francavilla Angitola, in provincia di Vibo Valentia, è risultato una vera sorpresa.
Il famoso “succo d’uva” dopo essersi fatto conoscere e apprezzare sui mercati di Francia, Regno Unito, Canada, Svizzera; e poi in Polonia, Germania, Repubblica Ceca e Kirghizistan, è approdato quindi anche negli Stati Uniti.
Asimov scrive: “Non ricordo di aver visto lo zibibbo da nessuna parte tranne che dalla Sicilia, ma questo viene dalla Calabria, la punta dello stivale italiano, dove Giovanni Celeste Benvenuto coltiva biologicamente. Il vino è fragrante, dai profumi sinceri, e scende facilmente. Come molti moscati , è un ottimo accompagnamento estivo.”
“È una enorme soddisfazione – sostiene Benvenuto – ritrovarsi tra i migliori 10 bianchi secondo il New York Times è come raggiungere la vetta dalla quale ti fermi ad ammirare il percorso fatto, pronto poi per ripartire ancora più carico.Aver recuperato lo Zibibbo e poterlo raccontare al mondo è il mio gesto di amore verso la Calabria che amo e che mi ha accolto con amore.”
Una vita dedicata alla scienza agricola e al vino zibibbo
Il giovane Benvenuto ha ridato vita a una produzione del luogo che purtroppo era finita nel dimenticatoio. Ora, il famoso quotidiano statunitense lo ha invece inserito tra i primi dieci vini bianchi italiani. Questo dona un po’ di giustizia a un prodotto di alta qualità messo nell’angolo da un po’ di tempo.
Lo zibibbo secco calabrese è un prodotto IGP e non ha nulla da invidiare al cugino siciliano che gode di una buona nomea.
Le uve calabresi sono biologiche e crescono sui terreni di Francavilla Angitola. Si trovano a 350 metri sul livello del mare, lungo le colline terrazzate appositamente per favorire la coltivazione e ricche di minerali.
La vendemmia è rigorosamente fatta a mano e avviene durante la fine di settembre, selezionando i grappoli migliori. Dopo, segue la pigiatura, la macerazione, la pressatura e la fermentazione attraverso la quale si ottiene questo particolare vino. Esso ha particolari caratteristiche organolettiche: il grado alcolico di 13.5, il colore giallo tenue; ma soprattutto si identifica con un profumo aromatico di agrumi e fiori.
Il richiamo delle radici
Giovanni Celeste Benvenuto è nato in Abruzzo sebbene di origini calabresi. Si è laureato in Scienze e tecnologie agrarie conseguendo anche un master. Essendo anche sommelier, la scelta di ritornare in Calabria è stata un po’ un segno del destino visto c’erano anche i terreni di famiglia che avrebbero avuto una vita diversa in luoghi bellissimi. In una terra dove l’imprenditoria è una scelta difficile e dove la gente scappa per trovare un futuro altrove, non deve essere stato facile scegliere la Calabria come meta per il lavoro e per vivere la propria vita privata.
Dopo anni di duro lavoro, ma supportati anche da pura passione per ripristinare la bellezza antica dei terreni del nonno, ora è arrivata la notorietà addirittura oltreoceano, confermando che la scelta di trasferirsi in Calabria non era poi una follia, ma invece una svolta felice!