Quando si parla di tartufo calabrese si pensa subito a quello di Pizzo, il buonissimo gelato tradizionalmente legato alla Calabria.
In realtà, esiste un altro tartufo, anche questo pregiato e molto raro, che potrebbe rappresentare un ulteriore ingrediente caratterizzante la cucina calabrese: parliamo del tubero prezioso che si raccoglie nelle Serre e in Sila e che non ha nulla da invidiare al più conosciuto tartufo di Alba.
Castrovillari, Saracena e il Pollino sono terra di tartufi e tartufai e questo credo sia poco noto ai più.
Da più di venticinque anni nelle due città cosentine, e nei comuni posti ai piedi del massiccio del Pollino, è attiva la raccolta dei pregiati tuberi.
Una pratica dei “trifolau”, i quali si attivano in vari periodi dell’anno, che è diventata anche fonte di reddito. Come in altre regioni italiane più famose per la raccolta del tubero, il prezzo riesce a raggiungere delle cifre da capogiro sui mercati.
Il tartufo calabrese è un’eccellenza da “coltivare”
Le varietà reperibili in diversi periodi dell’anno sono varie: si va dal Tuber mesentericum (tartufo nero) e Tuber magnatum (tartufo bianco pregiato) ma anche i Tuber aestivum (tartufo estivo o scorzone), Tuber aestivum (uncinato), Tuber brumale (tartufo nero d’inverno).
Tutti sono eccellenze gastronomiche calabresi che sono apprezzate e vendute agli estimatori del particolarissimo prodotto.
Saracena, in provincia di Cosenza, è entrata a far parte dell’Associazione Città del tartufo ed è l’unica in Calabria a poter vantare questo titolo.
Il fungo ipogeo è oggetto di analisi e ricerca fatte dall’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Perugia. I due istituti lavorano in collaborazione con il CEDA di Castrovillari.
Gli studi scientifici sono volti a definire le caratteristiche peculiari del fungo calabrese; al fine di descrivere una sorta di scheda dell’ecotipo autoctono del pregiato prodotto. Per questo scopo, sono stati stanziati dei fondi per proseguire la ricerca e lo studio a firma del Presidente del Parco Nazionale del Pollino.
A Castrovillari, nell’ottobre scorso, è stata fatta anche una festa dedicata al tartufo con il contributo della Regione Calabria in sinergia con la pro loco.
Possiamo quindi asserire che la Calabria non sarà famosa solo per i funghi porcini, notoriamente di qualità elevata, ma anche per un altro tesoro nascosto sottoterra e tutto da gustare.