La giornalista Silvia Marchetti della CNN, in America, dedica un intero e lunghissmo articolo alla Cipolla di Tropea, elogiando le sue qualità e la bontà.
Le cipolle di Tropea sono così gustose che possono essere mangiate crude
Un vero e proprio inno che sponsorizza non solo il prodotto, ma l’intera Calabria.
“Mangiare un piatto di cipolle di solito non è una voglia o il sogno di nessuno; c’è una varietà italiana che è succulenta e di nicchia (in America ndr) che potrebbe far cambiare idea anche a chi odia la cipolla.“
Inizia così l’articolo della CNN in cui si anticipa la differenza della nostra cipolla con le altre, anche italiane.
“Ogni settimana Francesco Calabro guida il suo camion dalla Calabria fino a Roma per vendere le pregiate cipolle rosse che crescono lungo la costa intorno a Tropea, una cittadina in cima a una scogliera all’estremità meridionale dell’Italia.“
Poi, continua così:
“I suoi clienti romani impazziscono per questi bulbi: croccanti, eccezionalmente dolci e delicati. Soprattutto, non ti fanno piangere tanto quanto le normali cipolle quando le tagli.“
Anche in America è noto quanto le qualità organolettiche della cipolla di Tropea siano ottime e salutari.
“A Tropea, le cipolle sono soprannominate “l’oro rosso della Calabria” e si dice che abbiano più benefici per la salute rispetto alle cipolle normali. Sebbene non ci sia una scienza concreta per sostenerlo, la gente del posto afferma che le cipolle hanno una vasta gamma di benefici per la salute, dalla lotta alla vecchiaia, all’azione afrodisiaca.”
Francesco Calabro, il commerciante che porta a Roma le sue cipolle, racconta alla CNN:
“Il mio cardiologo dice che il modo migliore per evitare problemi cardiaci è mangiare cipolle rosse, insieme a peperoncino e bere vino, per aiutare la circolazione sanguigna. È stato il nostro antibiotico naturale per secoli”.
Niente lacrime, ma colori bellissimi
“Secondo la tradizione, i marinai fenici importarono le cipolle rosse dall’Asia centrale in Calabria – la “punta” dello “stivale” italiano – 4000 anni fa. Oggi le cipolle di Tropea – che portano lo status di prodotto geografico protetto, o IGP – crescono su un tratto di 60 miglia di costa calabrese che va dalla città di Amantea fino alla penisola di Capo Vaticano, sotto Tropea.” Racconta così la giornalista della CNN e continua:
Ma cosa rende queste cipolle così speciali e uniche?
“Il clima costiero mite con temperature costanti tutto l’anno, giornate soleggiate e la brezza di tramontana del nord proveniente dalle colline che si affacciano sulla costa creano un microclima. Il terreno fertile, contenente la sabbia delle spiagge tirreniche, è un richiamo naturale.“
Giovanni Schiariti intervistato dalla CNN, aggiunge:
“È questo particolare habitat, insieme all’elevata quantità di acqua contenuta nelle cipolle rosse, che le rende meno aggressive al taglio e poco irritanti per l’occhio umano», racconta Giovanni Schiariti, coltivatore di cipolle rosse di Tropea, che 40 anni fa è stato tra i fondatori di una rete che ha conquistato lo status di IGP di zona. “Non verserai lacrime come un bambino.”
“Il caratteristico colore rossastro è dovuto al fatto che sono ricchi di antociani, pigmenti vegetali colorati ricchi di antiossidanti, spiega Michele Pugliese, proprietario di un ristorante a Tropea. Il sapore dolce non è dovuto a maggiori quantità di zucchero ma a minori composti chimici di acido piruvico e composti solforati che normalmente rendono le cipolle piccanti.”
Secondo la CNN la cipolla di Tropea è la regina delle cipolle
“Ciò che li rende grandi non è solo il gusto ma la loro versatilità nella cucina locale e i tanti modi diversi in cui possono essere cucinati e gustati.” spiega la giornalista.
“Tropea’s annual Red Onion Festival, held every spring in town, pays tribute to what Italians call the “Queen of Onions” with gourmet stands and cooking demonstrations.“
“Le cipolle di Tropea si consumano crude – raccolte direttamente dal terreno – o come insalata di cipolle con altre verdure. I contadini pranzano ancora a base di cipolle rosse mentre lavorano nei campi.”
Schiariti aggiunge: “Amo mangiare un’insalata di cipolle a pranzo subito dopo la pasta, è nutriente e rinfrescante”.
“Le cipolle sono ugualmente deliziose su bruschette con olio extravergine di oliva, servite con fagioli, o al forno o fritte in una frittata con patate, piatto tipico del pranzo pasquale della zona.”
Calabro racconta: “Se non prepari una frittata di cipolle rosse da condividere con parenti e amici, è meglio che non ti presenti, resta a casa”.
“Le cipolle rosse sono il simbolo di Tropea, una cittadina soprannominata la “perla del Tirreno” situata sulla “Costa degli Dei” e circondata da insenature appartate, acque azzurre scintillanti e spiagge polverose.” Scrive la giornalista.
“Le cipolle rosse sono appese alle pareti dei negozi e dalle bancarelle lungo i vicoli labirintici. File di grandi palazzi conducono a una chiesa arroccata su una rupe che sporge dalla città.”
“Le cipolle rosse di Tropea fanno parte del DNA dei locali, un tratto distintivo della loro tradizione e identità culinaria che li riempie di orgoglio.”
Come riconoscere le veri cipolle di Tropea
La giornalista della CNN ha intervistato anche la moglie di Pugliese che è una chef e sa distinguere le vere cipolle di Tropea dalle altre che son solo dei fake.
Così chiede a Pugliese di come faccia la moglie a capire le vere cipolle di Tropea.
“Ha un palato allenato, ma è molto difficile non lasciarsi ingannare. La cipolla rossa di Tropea originale non è solo dolce, ha un gradevole e delicato sapore erbaceo e non è né pungente né aspro“
“Il colore è fondamentale: se è viola-marrone, è un falso. Le cipolle rosse di Tropea sono di colore rosso-rosato brillante, sia la buccia esterna che gli strati interni striati di colore. Mentre la produzione di cipolle si è estesa a quasi la metà della regione Calabria, comprese le colline lontane dal mare, solo quelle della zona IGP sono il vero affare, in particolare, sottolinea Pugliese, quelle coltivate nella “zona storica intorno a Tropea“.
Per leggere l’articolo completo della CNN, in ligua inglese, cliccare qui
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