C’è chi storce il naso, soprattutto i più tradizionalisti del suolo italico, c’è chi invece la benedice perché è a dieta stretta, tristamente privato da ogni alimento a base di carboidrati.
Al di là di ogni teoria, pensiero o religione alimentare, la pasta konjac, poiché priva di calorie e di natura vegetale, è ormai entrata nella dieta di tante persone (anche di orgogliosissimi italiani) per vari motivi e necessità.
Essere sotto dieta ipocalorica è veramente difficile soprattutto quando bisogna rinunciare alla nostra tanto amata pasta. Per questo motivo sono oramai considerati i surrogati più simili a quelli a base di cereali.
Intanto però cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando, considerando benefici e controindicazioni.
Poche calorie, niente glutine, vegana e pratica: come la pasta di konjac conquista grazie anche alle sue proprietà naturali
Si tratta di una tipologia di pasta orientale fatta per il 90% di acqua.
Sì, avete letto bene: è una pasta assolutamente dietetica che ha come componente al 10% una radice di origine vegetale conosciuta come konjac.
Curiosi di saperne di più?
La pasta ha pochissime calorie e assorbe i liquidi. Questa caratteristica dona un senso di sazietà, ma non solo: essa assorbe anche i grassi, rendendola adatta alle diete ipocaloriche. Basti pensare che 100 grammi di pasta di konjac contengono un massimo di 20 calorie. La particolarità della pasta konjac è che non ha appunto calorie, carboidrati, grassi, proteine, glutine e lattosio. Sarebbe quindi anche gluten free e vegan e adatta agli intolleranti al lattosio.
Ma la pasta konjac è realmente una manna dal cielo? Come in tutte le cose ci sono i pro e contro. Non esistono paradisi e panacee, soprattutto quelli in cui si dimagrisce mangiando.
Il suo uso è adatto a tutti oppure ci sono delle limitazioni? La domanda “sorge spontanea”, ma intanto, vediamo cos’è il konjac.
Si tratta di un tubero molto antico che cresce in Asia, soprattutto in Cina e in Giappone, e cha ha peso e misure diverse. Nel paese dove si trova in natura, è usato come addensante e addirittura come componente idratante per il viso. In realtà, il konjac si trova anche in occidente, soprattutto nelle preparazioni di dolci, e ha anche una denominazione tecnica alimentare E425.
La pasta di konjac è anche ricca di minerali come calcio, fosforo, ferro, zinco, manganese, cromo e rame.
Il konjak è adatto a chi soffre di disturbi dell’apparato gastrointestinale, viste le sue proprietà lassative. Esso aiuta a ridurre i livelli di colesterolo del sangue. Al contrario della pasta comune, non provoca picchi glicemici. Favorisce l’assorbimento di sali minerali e rafforza le difese immunitarie. Cosa che interessa a molti, esso stimola il metabolismo umano.
In commercio si trova in vari formati. Il più noto è quello dei vermicelli; si tratta di noodles shiritaki trasparenti che possono essere venduti sia secchi che nell’acqua di conservazione. Questi ultimi vanno risciacquati sotto l’acqua corrente per almeno due volte e poi bolliti in acqua calda, come una comune pasta. Altre due sue caratteristiche è che non scuoce e ha un sapore abbastanza neutro, adatto a qualsiasi preparazione. Ovviamente, è consigliato scegliere condimenti adatti alla propria dieta. Ideali sono i condimenti a base di pesce e verdure. Se piace, è consigliato il tofu.
Quali sono le controindicazioni?
Gli shiratake di konjac, sono composti da un elemento che deve essere ingerito con parsimonia: il glucomannano. Si tratta di una fibra solubile, senza calorie, e che non viene assorbita dal nostro organismo. Se si è diabetici sarebbe meglio consultare prima il proprio medico che saprà consigliare o meno il consumo.
È assolutamente sconsigliato l’uso in caso di occlusione intestinale. Inoltre, può rallentare l’assorbimento di alcuni farmaci.
Il konjac potrebbe causare flatulenza, diarrea e gonfiore addominale.
Di conseguenza, l’uso continuo non sarebbe consigliato e quindi andrebbe consumato di tanto in tanto, giusto per variare la nostra dieta.
Questo alimento bizzarro però ci racconta anche come la tradizione alimentare orientale sia sempre più presente in quella occidentale, attuando in maniera concreta la cosiddetta cucina fusion. Personalmente, credo sia entusiasmante apprendere le tradizioni culinarie delle altre nazioni o di paesi anche lontani, integrandole con le nostre.
Però, come si diceva prima: purtroppo non esistono i paradisi quando si è a dieta, ma sicuramente uno sgarro ogni tanto fa bene al fisico e all’umore che sia a base di konjac o meno.
Voi che ne pensate?
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