Nella nostra regione ci sono delle consuetudini gastronomiche che perdurano nei secoli. Una di queste è la preparazione del pesce stocco del quale l’antico borgo di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, mantiene orgogliosamente la consuetudine.
È abbastanza bizzarro pensare come un pesce del nord Europa sia finito sulle tavole calabresi. Eppure il merluzzo è di fatto un ingrediente ormai facente parte della cultura di Mammola i cui abitanti sono stati capaci di creare tantissime ricette, una più gustosa dell’altra.
Ma la Calabria è così. Forse per le diverse culture che si sono incontrate nel territorio così esposto alle invasioni o forse perché i calabresi sono un popolo molto aperto e accogliente.
Si tratta di uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani della provincia di Reggio Calabria a base di pesce. Lo stoccafisso altro non è che merluzzo essiccato.
Un po’ di storia dello stocco di Mammola
Anticamente lo stocco era considerato il mangiare dei poveri. Infatti, i contadini lo mangiavano spesso e lo offrivano ai braccianti durante i lavori in campagna, soprattutto considerato l’alto contenuto energetico dell’ingrediente.
Pare infatti che il consumo dello stocco venisse consigliato alle partorienti poiché si pensava apportasse un aumento di produzione di latte materno.
Ma la sua storia parte da molto lontano.
Già nel 1500 c’è traccia del pesce stocco in Italia. Infatti, sbarcava dai paesi del Nord Europa nei porti napoletani. Da qui poi veniva distribuito nel Regno delle Due Sicilie.
Da noi arrivava nel porto di Pizzo Calabro e grazie al paziente lavoro dei muli arrivava in tutta la Calabria, anche nei paesi più interni come appunto Mammola.
Alcuni documenti testimoniano che lo stocco era presente a Mammola già dalla fine del 1700.
Le proprietà benefiche dello stocco
Lo stocco una volta reidratato ha delle proprietà nutrienti simili a quello fresco, sebbene abbia un apporto di vitamine inferiore.
Si tratta di un pesce magro, ricco di proteine con pochi grassi e poco sale.
Sarebbe consigliato a chi segue una dieta ipocalorica e iposodica e può anche essere utile a combattere la cellulite in quanto contrasta la ritenzione idrica.
È altamente digeribile ed è adatto a tutte le età, non ha controindicazioni particolari, anzi, pare addirittura che sia afrodisiaco.
Come si consuma lo stocco?
Lo stocco viene cucinato nelle case calabresi durante le feste soprattutto quelle più importanti come la Vigilia di Natale o il capodanno. È uno dei piatti tradizionali usati anche per la Pasqua, ma ormai che abbastanza comune cucinarlo in altre occasioni.
Si usa anche come regalo ed era uno degli ingredienti preferiti dagli emigranti poiché era facile il trasporto.
Lo stocco fa parte della cucina povera contadina e anche le preparazioni seguono la linea della semplicità sebbene il gusto sia strardinario.
La tradizione mammolese lo prepara in tantissimi modi, ma quello più caratteristico è quello in umido con un soffritto preparato in un tegame di terracotta accompagnato da olio calabrese extravergine, patate a spicchi, olive, peperoni, peperoncino piccante e qualche pomodorino.
Ricordiamo che lo stocco va tenuto in ammollo almeno due giorni, cambiando spesso l’acqua, prima di essere cucinato e, generalmente, va tenuto all’esterno poiché emana un odore molto forte. Tutto sommato, è abbastanza facile trovarlo già ammollato in qualche pescheria, risolvendo il problema dell’attesa.
Nonostante sia un piatto a base di pesce, tanti esperti consigliano di accompagnarlo con vino rosso calabrese, per via degli altri ingredienti decisamente più forti.
Siete curiosi di assaggiare lo stocco di Mammola? Bene, sappiate che ogni anno ad agosto c’è la Sagra dello Stocco grazie alla quale potrete assaggiare e gustare questa bontà culinaria calabrese, direttamente a Mammola.
D’altronde, la Calabria è anche questo: storia, tradizioni e ottimo cibo.
Dello stesso autore: Ricette originali: insalata di anguria e feta