Il borgo di pietra è uno tra i più antichi stanziamenti rupestri della Calabria e si trova a Zungri, in provincia di Vibo Valentia.
Se la Basilicata ha Matera, la città dei sassi, la Calabria ha quindi il borgo di Zungri, il paese della roccia.
Brevi cenni storici
L’insediamento, di epoca bizantina, dimostra la capacità di adattamento dell’uomo all’ambiente, scavando e realizzando dimore all’interno delle rocce. Zungri, dal greco antico, infatti, significa proprio ‘roccia’. Ma è anche la prova che ci si può adattare alla natura insidiosa senza stravolgerla, in completa armonia con essa.
Facendo riferimento ad alcune fonti, era già popolato in epoca preistorica. Nel territorio sono state ritrovate tracce di età greca e romana e tracce di un insediamento rupestre risalente ai secc. XII-XIV e da cui si sarebbe formato l’attuale Zungri.
Poco distante da Tropea, l’insediamento abitativo rupestre si presenta ben conservato, immerso nella campagna calabrese, a 490 metri di altitudine. Merita una gita dopo una giornata di mare.
Il sito archeologico degli Sbariati (Sbandati) ci racconta come vivevano i monaci Basiliani arrivati dall’est nel XII secolo, la cui permanenza si pensa ci sia stata per ben due secoli. Questi scelsero di insediarsi verso l’interno, preferendo esso alle coste, continuamente saccheggiate dagli Arabi. Ma ha avuto anche un utilizzo più recente: come rifugio durante la guerra e per conservare grano o animali.
Per arrivare all’insediamento, si percorre un sentiero in discesa dal quale si può godere un panorama mozzafiato.
Le case-roccia
Il villaggio rupestre è unico in Calabria. Ci sono circa 100 case scavate nelle grotte, di diverse dimensioni e stili. La superficie è di 3000 mq. Le case sono collegate attraverso delle gradinate scavate anch’esse nella roccia. Le tre sorgenti, poste nella parte bassa, fornivano acqua che veniva raccolta in cisterne, vasche e pozzi collegati tra loro. Veniva raccolta anche l’acqua piovana poiché presente un sistema di canalizzazione.
Ancora oggi, l’acqua oligominerale di Zungri è ottima da bere. l territorio di Zungri è ricco di sorgenti, quelle oligominerali della sorgente Ambrosia, e quelle che sgorgano dalle caratteristiche fontane, le suggestive sorgenti con fontane, da cui attingere acqua fresca con importanti caratteristiche chimico-fisiche, quali la fontana di “Mbrosi”, “Macroni”, “Fossa o Medicu”, “Pistuni”, “Funtanarandi”.
Molto probabilmente chi vi abitava era dedito alla agricoltura e all’apicoltura.
Le grotte hanno forma circolare oppure sono quadrate. La copertura è a volta con un foro centrale. Alcune case però hanno finestre rotonde o rettangolari. All’interno si vedono degli scavi nelle pareti, probabilmente per posizionare i letti.
Il Comune di Zungri ha caricato delle foto dell’insediamento e sono visibili tramite il sito ufficiale
http://www.comunezungri.it/dallaHome/insediamento%20rupestre.htm
E infine…
Una volta arrivati a Zungri, sarebbe anche interessante visitare Papaglionti vecchio che è un borgo fantasma e ospita i resti di una villa romana risalente all’epoca augustea.
Merita una visita anche la Casa Baronale Pisani che è forse l’unica casa padronale rimasta nel territorio. Costruita nel 1935, ancora intatta, è un edificio su due piani. il piano terra adibito a magazzino, come deposito dei prodotti agricoli ed attrezzature agricole, e il piano primo, con ingresso da scala esterna indipendente, rispetto al piano terra a residenza dei proprietari.
Nel territorio di Zungri erano importanti anche i mulini. Oggi l’unico rimasto, sebbene in condizioni precarie di conservazione ed abbandonato, è il Mulino idraulico Cimadoro o di Ciappetta.
Essendo in zona, come non godere di un tramonto a Tropea?
Per i palati più esigenti, sono consigliati i prodotti come la ‘nduja, il tartufo di Pizzo, la cipolla di Tropea, la struncatura e la fileja.
Indicazioni stradali
Come arrivare: A3 uscita S. Onofrio (Vibo Valentia) – SS per Tropea – Provinciale fino a Zungri
oppure A3 uscita Pizzo Calabro – SS 522 fino a Briatico – Provinciale fino a Zungri.