Artigianato calabrese: ecco alcuni tesori nascosti

Oggi vorremmo proporre le bellezze dell’artigianato calabrese, mestieri che ancora resistono al passare del tempo e che sono un patrimonio culturale e storico importantissimo.

La Calabria ha delle bellezze che non tutti conoscono, neanche gli stessi calabresi conoscono tutto della propria regione. Tanti infatti ignorano la grandezza e la ricchezza di questa terra che è stata patria di tanti popoli e che ancona è il luogo di eccellenze.

Durante tutte le fasi di lavorazione è l’abilità manuale dell’artigiano che sa come plasmare un oggetto per produrre delle opere d’arte che poco necessitano di macchinari. Infatti, talvolta le imperfezioni rappresentano un valore aggiunto dell’artigianato perché si capisce che a crearla è stata la mano dell’uomo e non una macchina.

Ci sono delle produzioni di artigianato che non sono conosciute da tante persone. In questo articolo vorremmo citarne qualcuna. Magari potrebbe essere occasione, sia per i turisti che per i calabresi, di fare una gita e per visitare le botteghe oltre ai borghi.

Accanto agli itinerari storici e gastronomici non sarebbe sbagliato includere anche delle visite dove di producono la seta e i damaschi, le sedie, il ferro battuto, i presepi e anche gli arazzi. Tutte queste attività sono svolte in Calabria e ricevono apprezzamenti e gratificazioni.

Le pipe dell’artigianato di Brognaturo

Brognaturo è piccolo centro montano delle Serre vibonesi ad un’altitudine di 750 metri e a circa 47 chilometri dal capoluogo calabrese, circondato da una folta vegetazione.

Le pipe realizzate a Brognaturo sono fatte con il “ciocco” di radica dell’Erica arborea calabrese, un legno durissimo e dalla venatura particolare. La nostra radica è considerata la migliore al mondo per qualità. A Brognaturo vengono prodotti eccellenti esemplari di pipe. Sono tutti pezzi unici realizzati a mano, ma non solo; le pipe sono esportate in tutto il mondo e sono al primo posto nelle collezioni degli amatori.

Le pipe di Brognaturo (Grenci)

Le maschere apotropaiche di Seminara

Le maschere di Seminara rappresentano non solo un’antica tradizione calabrese, ma sono una vera e propria arte, un decoro per la casa e i suoi abitanti e la scaramanzia.

Seminara è un comune calabrese di poco più di 2000 abitanti abitanti e fa parte della città metropolitana di Reggio Calabria. Immersa nel verde della Piana di Gioia Tauro, si estende vicino la Costa Viola.

La forma più nota di queste maschere è sicuramente quella di un demone. Le maschere di Seminara si ispirano ai miti di Medusa e delle Gorgoni. Le maschere hanno una funzione apotropaica scaramantica. Nelle nuove abitazioni si usano per tenere lontane le energie negative dell’invidia e della gelosia.

Un’altra forma molto conosciuta è quella dei babbaluti. Si tratta di bottiglie che ricordano i volti dei soldati borbonici. Ma sono anche mescolati elementi della mitologia greca, come Dioniso e i satiri.

Le maschere di Seminara (calabriatheotheritalaly.it)

La liuteria di Bisignano

In provincia di Cosenza echeggia la storia musicale in un borgo dal grande patrimonio culturale e storico riferito alla liuteria d’autore.

Quella del liutaio è una tradizione artigianale trasmessa gelosamente di padre in figlio. È un’arte da custodire. Famosa è la chitarra battente. Niente plettro per suonarla, servono solo le mani che battono sulle corde producendo il “ribunnu”, ovvero il rimbombo, perfetto come accompagnamento al canto. 

Il liuto, o chitarra, fece il suo ingresso in Italia grazie agli Arabi che lo introdussero intorno al IX-X secolo e ancora oggi sopravvive ai secoli.

La Scuola Regionale di Liuteria di Bisignano è fonte di orgoglio per la Calabria. È un’accademia di alta formazione per gli studenti provenienti da ogni angolo del mondo.

La chitarra battente di Bisignano (rtcalabria)

L’arte orafa dell’artigianato di Crotone

La tradizione dell’arte orafa crotonese è molto antica antica tanto quanto la città che fu fondata da coloni greci nel 710 a.C.

Vanta perciò radici legate alla Magna Grecia, come dimostra la tipica lavorazione della filigrana e dell’oro. Ancora oggi si è fedeli allo stile di un tempo. Monili che arricchivano i costumi tradizionali e le immagini sacre.

L’arte orafa crotonese offre oggetti di raffinata fattura. Molte sono le influenze orientali, soprattutto araba, bizantina e barocca. Molte volte insieme alla lavorazione dell’oro c’è l’inserimento di coralli, perle e pietre dure.

Il premio al Festival di Sanremo realizzato da Michele Affidato, orafo crotonese

Siete curiosi di vedere da vicino queste eccellenze calabresi?

Bene, è ora di prendere l’auto e concedersi una gita alla ricerca dell’artigianato calabrese.

Le maschere apotropaiche: i mostri contro il male

Ad Alberto II di Monaco la “Maschera d’Argento” di Michele Affidato