Il Corriere della Sera titola: «Calabria, terra di sorprese: dalla Sinopoli di Carlo V al Belvedere di monte Sant’Elia»
Luca Bergamin del Corriere della Sera inoltre aggiunge: «Dai resti dell’età del bronzo alla Magna Grecia, dal faro di Punta dell’Alice al Castello di Reggio Calabria. Ogni angolo esalta storia e natura: cinque tappe fuori dal solito circuito turistico»
Siamo a un passo dall’inizio della primavera e in effetti è già ora di incominciare a pensare dove è possibile fare qualche gita.
Sappiamo benissimo che c’è solo l’imbarazzo della scelta per chi conosce bene questa regione, vediamo però cosa suggerisce il giornalista del prestigioso quotidiano nazionale.
A Sinopoli per il capello della Madonna
Ricco di storia, a Sinopoli c’è il Santuario delle Madonna di tutte le Grazie. L’edificio sacro accoglie la reliquia contenente un capello della Vergine, pare che questo fu donato da Ruggero il Normanno agli abitanti di questo piccolo paesino in provincia di Reggio Calabria. In questo paesino di meno di duemila abitanti, si svolge la processione della Dera, quando antiche torce vengono accese per accompagnare i cortei votivi. La cosiddetta Fiaccolata degli Ulivi si celebra l’8 settembre insieme al ballo dei Giganti.
Il Belvedere del monte S.Elia sul Tirreno e su Palmi
Un altro posto da visitare è quello del panorama che offre il monte Sant’Elia. Conosciamo molto bene la Costa Viola calabrese e in effetti non meraviglia che il giornalista sia rimasto incantato dallo scorcio straordinario di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Arrivando in vetta che è a 582 metri sopra il mare si gode uno spettacolo mozzafiato di tutta la Costa Viola e sulla Piana di Palmi. Il giornalista aggiunge: «È presto per i bagni, ma la forza di attrazione sprigionata dagli scogli Agliastro è già irresistibile. A Palmi si può compiere un tour a piedi alla ricerca delle sue tante fontane e poi si può raggiungere il Parco archeologico dei Tauriani risalente all’età del bronzo.»
A Punta dell’Alice dove il mare è blu
Un altro posto incantevole citato nell’articolo è Punta dell’Alice erroneamente riportato come in provincia di Catanzaro, ma è invece Crotone. Nel meraviglioso scenario del Mar Ionio la sua forma triangolare sta tra i torrenti Santa Venere e Lipunda. Poco distante c’è Cirò Marina e il faro di ben 31 metri la cui storia parte dal 1896. Patria dell’antica Grecia, questa zona è ricca di templi dedicati al culto degli dei. La caratteristica è l’acqua pulita e trasparente. Il fondale è di notevole profondità poiché si incrociano le correnti. Attualmente ha ottenuto ben 23 Bandiere Blu, l’ultima è del 2023.
La cripta gioiello nell’ex cattedrale di San Donato
A Umbriatico c’è l’ex Cattedrale di San Donato. Il Corriere della Sera lo definisce uno dei gioielli artistici nascosti della Calabria. La chiesa risale al XI secolo quando Teodoro la fece costruire. Anche l’abside è di origine romanica. Anche il borgo è antico e sono ancora visibili antiche costruzioni. Nel corso dei secoli ha subito diversi rifacimenti e restauri.
Quel Castello Aragonese di Reggio in realtà bizantino
Il Castello di Reggio Calabria fu costruito tra il IX e l’XI secolo quando la città si chiamava Thema. È stato edificato per difesa dai Bizantini. Successivamente, fu ampliato da Normanni, Svevi e Angioini. Il terribile terremoto del 1908 distrusse una parte del castello che fu anche una delle conquiste di Giuseppe Garibaldi. Note sono le torri merlate ancora oggi visibili. È il simbolo della Città di Reggio Calabria insieme ai Bronzi di Riace.
L’articolo pubblicato anche nella piattaforma virtuale di Facebook ha permesso ai lettori di criticare gli aspetti della Calabria meno edificanti. Soprattutto le vie di comunicazione hanno generato più commenti: strade, aeroporti, mezzi di trasporto. Nella stessa pubblicazione non sono mancati gli elogi e la nostalgia di chi è fisicamente lontano.
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