“Idee, progettualità e sviluppo: c’è un’Italia dei piccoli borghi che ce la fa. Le esperienze nei Comuni di Badolato, Castel del Giudice e Pietrelcina. Il primo ostacolo la burocrazia. Il secondo le risorse disponibili. C’è un comune denominatore nell’esperienza virtuosa di tre realtà territoriali del Mezzogiorno: Badolato in Calabria, Castel del Giudice in Molise e Pietrelcina in Campania: la fiducia e la determinazione, così i due ostacoli si possono abbattere”. È quanto si legge nella nota stampa di N.E.D. (New European Dream, Organizzazione no-profit, che ha l’intento di divulgare i bei progetti che interessano l’Europa.
“Il Think Tank Ned-New European Dream, – si legge ancora nella nota –aggiunge un nuovo contributo di idee per la rinascita e lo Sviluppo del Mezzogiorno anche in vista del Next Generation EU”.
Badolato: dall’accoglienza alla rinascita
L’associazione N.E.D raccoglie la testimonianza del vice sindaco di Badolato in Calabria. Racconta la sua storia il vice sindaco di Badolato Domenico Leuzzi. “Il terremoto, l’alluvione e lo spopolamento, l’emarginazione degli anni ottanta, l’incubo di finire nell’abbandono. Poi – racconta Leuci – il colpo di coda del dramma, l’arrivo dei Kurdi. A loro abbiamo offerto ospitalità nel centro storico abbandonato. Da lì siamo partiti con l’associazione “ProBadolato”.
“E il resto – prosegue Leuzzi – è stato tutto un lavoro in salita ma pieno di soddisfazione. Sono andato nelle fiere da cittadino a presentare il nostro progetto di borgo in tutto il mondo. Oggi sono amministratore ed insieme alla comunità, continuiamo a lavorare tutti insieme e finalmente i risultati si vedono. Ci sono americani, tedeschi, spagnoli, inglesi e svizzeri che si sono trasferiti a vivere a Badolato. Abbiamo lavorato sodo ma abbiamo dovuto fare i conti con la burocrazia”.
“Quanto è vera questa amarezza del vice sindaco di Badolato – dichiara N.E.D: -. Le amministrazioni, se vogliono operare, devono forzare le leggi e qualche volta rischiare di finire nella tagliola della giustizia”.
Le persone giunte dall’estero per fare impresa in Calabria
“Ci sono però – afferma l’associazione N.E.D. – le soddisfazioni che arrivano con le testimonianze dirette delle persone che in Calabria sono arrivate per fare impresa come Mario giunto dalla Spagna e Cristian dalla Svizzera, che hanno dato corpo e anima ad una azienda con la loro agricoltura rigenerativa e Catharine, che dagli USA, ha scelto la vita lenta del borgo per rigenerarsi. Si può partire da questa esperienza per rendere visibile ai piccoli borghi italiani che c’è un percorso che si può intraprendere per uscire dall’inferno e giungere in paradiso passando per il purgatorio”.
Castel del Giudice: L’azionariato popolare e l’economia circolare
“Problematiche simili a quelle di Badolato – secondo N.E.D. – anche a Castel del Giudice in Molise. Parla Lino Gentile sindaco e animatore dello sviluppo di questo piccolo centro con 300 anime.
Non abbiamo grandi alleati sul territorio – dice Gentile – e nemmeno nelle istituzioni. E la burocrazia ostacola le attività. Ci vuole – sottolinea Gentile – una normativa specifica che calza rispetto alle problematiche dei piccoli comuni. A volte non abbiamo bisogno di interventi finanziari ma di un’attenzione che guardi alle peculiarità dei piccoli comuni, se penso alla frammentazione fondiaria, se penso a tante altre cose che abbiamo superato, messe insieme possiamo essere soddisfatti. Un elemento importante è avere e dare fiducia oltre al fatto che non esiste un’unica ricetta, ci sono tante soluzioni e una piccola realtà, paradossalmente, deve agganciarsi alle tante opportunità disponibili per raggiungere dei piccoli obbiettivi: uno alla volta .Questo è Ciò che bisogna fare. Non distribuire a pioggia le risorse disponibili”.
80 nuovi posti di lavoro realizzati a Castel del Giudice
Qualcosa di importante è successo a Castel del Giudice: sono stati realizzati 80 nuovi posti di lavoro.
Pietrelcina: Il valore dell’innovazione tecnologica
Dal Molise a Pietrelcina in Campania. Giuseppe De Nicola, Presidente dell’Associazione Ampioraggio, ha spiegato il modo in cui bisogna fare rete per valorizzare queste realtà, attraverso innovation tecnology, portando come esempio il Comune di Petrelcina.
“Qualche anno fa – afferma De Nicola – sono arrivato a Pietrelcina con il cappello in mano avevo fondato la mia agenzia di comunicazione che era stata chiamata dal sindaco per rilanciare il festival Jazz locale. Da qui l’idea di innestare nel festival Jazz una 3 giorni di confronti e incontri sui temi dell’innovation technology ma in modo diverso in modo slow. In 4 anni a Pietrelcina abbiamo generato, qualcosa come oltre 20 milioni di euro di ricadute di investimenti da questi appuntamenti. Siamo diventati un riferimento per partner come Infratel, Fastweb, Invitalia, Aruba e Almaviva. Non meno importante il lancio, lo scorso anno, da parte di Agid, del progetto Smarter Italy, per i borghi del futuro e tra i dodici centri italiani del futuro c’è anche Pietrelcina”.
Le conclusioni di Bussone, Presidente dell’UNCEM
“I piccoli borghi con l’arrivo della Pandemia hanno riconquistato il centro del confronto anche nella politica”. È quanto ha dichiarato Marco Bussone, Presidente dell’Uncem Nazionale.
“Queste esperienze ci dimostrano la capacità degli amministratori di essere lungimiranti e di costruire dei percorsi di futuro anticipando il cambiamento. A nessuno – aggiunge Bussone – è sfuggito che nell’ultimo anno tutti hanno parlato di borghi e di montagna. Ci fa piacere ma noi non abbiamo bisogno di retorica e di riflettori sbagliati. Noi partiamo dalle esperienze che sono nate, nessuna è uguale all’altra e in giro per l’Italia, ce ne sono centinaia e centinaia, ognuna diversa dall’altra. Noi – conclude il Presidente dell’UNCEM – queste opportunità le abbiamo perseguite in tempi non sospetti” ed oggi più che mai vanno rilanciate con idea armonica di sviluppo per il Paese”.
L’impegno di Ned
“N.E.D. – conclude la nota stampa – fa tesoro di queste esperienze ed è già al lavoro per rendere pubbliche altre testimonianze e fare rete per creare opportunità di sviluppo perché è nella condivisione delle esperienze e delle competenze che si può generare sviluppo sostenibile e radicato sui territori, come ci chiede l’Europa”.
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