CATANZARO, 6 AGO 2022 – Richard Gere è arrivato in Calabria in aereo. Le prime volte hanno sempre un sapore un po’ particolare: immagini, persone, colori assumono quei contorni che poi restano per sempre in memoria. Basta poi un suono o un frammento di memoria e quella prima volta rivive come se fosse stata registrata su una vecchia pellicola di celluloide.
Per l’attore statunitense, che considera l’Italia la sua seconda casa, è stata la prima visita in Calabria e subito si è dichiarato incantato da ciò che ha visto dal suo aereo, planando su un lembo di terra a lui pressoché sconosciuto se non per alcune nozioni storiche legate alla magnificenza della Magna Graecia e alle invasioni di vari popoli successe nei secoli. «Vedere le coste calabresi dall’alto è stato bellissimo. Nascondete queste bellezze per non rovinarle» ha dichiarato ai giornalisti presenti a Catanzaro.
La seconda cosa che lo ha colpito è stato il sorriso della gente calabrese. Lo ha raccontato durante la conferenza stampa che si è tenuta al suo arrivo a Catanzaro presso la Cittadella della Regione Calabria, accolto dalle autorità e dal direttore artistico del Magna Graecia Film Festival Gianvito Casadonte che anche per questa 19esima edizione ha invitato tante star nazionali e internazionali.
Richard Gere è stato l’ospite di punta della settima giornata del Festival. Il carisma, l’eleganza di un uomo non più giovanissimo, ma ancora attraente e coinvolgente, sono riusciti a raccogliere migliaia di persone nell’area del Porto di Catanzaro Lido. I più fortunati sono riusciti a trovare posto nel parterre, tanti altri invece sono rimasti fuori, appollaiati sulle transenne all’esterno.
Nel primo pomeriggio – durante la conferenza stampa – gli sono state rivolte alcune domande. Giornalisti, cameramen e servizio di sicurezza hanno infiammato le stanze della burocratica Cittadella con un benvenuto caloroso, ma discreto.
L’attore appare subito stupito dall’accoglienza e nel non vedere gente che spintona, urla e prevarica. Si dichiara contento nel vedere sorrisi perché – asserisce – se la gente è felice anche lui lo è. Una frase che lascia intravedere la sua anima dedicata da tantissimo tempo alla religione buddista. Secondo lui non dovrebbe esserci una sola religione, ma una religiosità per ogni abitante della terra.
Appare serafico, all’apparenza sembra una persona semplice – ma non lo è – anzi, è sicuramente complesso, ma equilibrato: come fa a convivere un’anima buddista all’interno dello star system americano? Lui è riuscito a trovare un equilibrio tra l’essere e l’apparire ed è evidente.
Richard Gere è arrivato con la giovane moglie; spesso la sua famiglia è menzionata durante le interviste fatte dai giornalisti calabresi. Durante la pandemia ha preferito non lavorare e dedicarsi ai suoi quattro figli, avuti dai suoi tre matrimoni. La sua casa ha accolto 25 persone diventando un po’ una sorta di comune: solo una persona era addetta al rifornimento alimentare, tutto il resto – istruzione compresa – avveniva all’interno di questa grande casa in campagna.
Anche l’Italia rappresenta la sua casa. Si è innamorato della nostra penisola tantissimi anni fa quando si trovava a Londra per lavoro. Poiché stressato, il regista Franco Zeffirelli lo invitò a prendersi una vacanza portandolo nella sua casa di Positano e da lì in poi non è mai mancata una sua visita in questi anni. Il Festival di Giffoni gli ha anche fatto conoscere l’attuale moglie, la spagnola Alejandra Silva – sposata nel 2018 – e che due anni fa gli ha regalato la gioia della quarta paternità. L’Italia è come un amuleto per Richard Gere.
Se il Giffoni Film Festival è riconosciuto come il più famoso tra le kermesse minori, al secondo posto c’è proprio il Magna Graecia Film Festival. Un orgoglio per i catanzaresi, in particolare, che ogni estate vedono sfilare VIP che non arriverebbero mai in questo angolo d’Italia per altri motivi.
Se fosse una giovane ragazza, questa edizione celebrerebbe la fine dell’adolescenza. Giunta al 19esimo anno si avvia a essere una giovane promessa nel panorama italiano.
Richard Gere ha dichiarato che sono proprio i festival a salvare il cinema perché ancora hanno la capacità di aggregare, di riunire le persone come avviene nei cinema. La pandemia ha cambiato le nostre abitudini facendoci scivolare verso il multimediale. Lui si dichiara un dinosauro preferendo di gran lunga l’atmosfera della sala cinematografica e l’aggregazione come attorno a un fuoco dove ognuno racconta la sua storia. Il cinema è questo: avere la capacità di raccontare storie e ognuno di noi è portatore di storie.
Finita la conferenza stampa, l’attenzione si è spostata nell’area del porto di Catanzaro dove è prevista un’intervista curata dalla giornalista di Repubblica Silvia Bizio.
È il pomeriggio di questa giornata emozionante, ma ancora non è finita perché il Red Carpet aspetta Richard Gere prima della proiezione di “Ufficiale e gentiluomo“.
Una folla si assiepa a ridosso del porto in attesa di entrare. Molti i curiosi per un’area pressoché blindata.
Non è stato facile trovare un posto all’interno. La disponibilità è andata subito sold-out e non sono mancate la polemiche a riguardo. D’altronde, tutti avrebbero voluto esserci.
Lo spettacolo dovrebbe iniziare alle 21.30. Intorno alle 20, il gruppo di persone all’esterno è abbastanza nutrito. Forse fin troppo per una zona ristretta. Ci sono ragazzini, adulti, anziani. C’è chi ha portato anche il cane. Gente del posto e turisti si mescolano nell’attesa. Non è chiaro come entrare: c’è chi ha gli accrediti, chi la prenotazione. Un’organizzazione confusa porta qualcuno a essere più nervoso. Finalmente si entra, si prende posto – chi numerato, chi no – e si attende…
È anche il tempo per ringraziare gli sponsor, tra cui Guglielmo, il cui stabilimento è stato recentemente colpito da un incendio.
Tra il pubblico ci sono altri artisti famosi. Tra tutti c’è anche Ricky Tognazzi che ha tenuto una master class il pomeriggio a Catanzaro. Un ospite di riguardo anche perché il festival è dedicato al padre, Ugo Tognazzi.
Finalmente, con un po’ di ritardo arriva Richard Gere accompagnato dalla moglie. Insieme percorrono il red carpet e l’attore sale sul palco dove – ad attenderlo – c’è una bravissima e puntuale interprete e la giornalista Silvia Bizio.
Il pubblico è in delirio. L’attore viene accolto da un bagno di folla e di affetto.
L’intervista si snoda tra pubblico e privato, rivelando aneddoti e piccoli imprevisti, anche simpatici, tipo le interruzioni soventi del piccolo cane della Bizio che era presente sotto al palco.
Richard Gere appare rilassato tra le due donne e a suo agio di fronte a un pubblico che visibilmente lo ammira. Non può mancare la domanda di rito che riguarda il sequel di Pretty Woman. L’attore, per l’ennesima volta, afferma che non ci sarà nessun seguito o remake. Quel film, in cui pochi credevano e realizzato con un budget ridotto, è intriso di magia; una magia che non è facile da riprodurre. Deve restare lì nell’immaginario collettivo e far sognare generazioni di spettatori. In realtà, si era parlato di un probabile proseguo, ma è rimasto un progetto interrotto sul nascere.
I ricordi scivolano via tra una pellicola e un’altra, facendo emergere l’uomo con le sue debolezze e i suoi sogni. Ogni tanto si rivolge alla moglie seduta nel parterre e scherza dicendole che avrebbe dovuto conoscerlo ai tempi di “Ufficiale e gentiluomo” poiché era giovane e aitante. Ma al di là, dell’aspetto fisico, quella pellicola ha rappresentato un mito poiché incarna l’ideale americano. Gere però non era soddisfatto di questo alone, lui non avrebbe mai voluto incoraggiare le persone a arruolarsi nell’esercito, ma conoscendo Kurosawa scopre nel suo personaggio un aspetto legato al buddismo e alla fine fa pace con il film stesso. Cita Bertolucci e Scarfiotti perché a suo dire il film gli sembrava un po’ filo fascista.
Il tempo è finito. È ora di chiudere la serata e di proiettare il film tanto discusso e di consegnare il Premio creato da Michele Affidato . Richard Gere saluta anche Tognazzi rivelando di avere ammirato molto il padre famoso. Un ultimo applauso e un saluto a Gianvito Casadonte, visibilmente commosso, ma orgoglioso per i progressi che è riuscito a fare, con grandi difficoltà.
Richard Gere raccomanda di preservare le bellezze della Calabria ed è l’occasione per ricordare che questo festival è un fiore all’occhiello, da curare come tutte le altre.
Ebbene sì: la Calabria è proprio una terra meravigliosa.
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