Davvero un film interessante, ancora di più perché proiettato nel centro storico della città di Catanzaro.
Assistere ad un’opera cinematografica del genere, in un luogo così magico come il Cinema Teatro Comunale, diventa sicuramente una esperienza unica nel suo genere.
Perché l’aria che si respira al suo interno sa di familiare, non si percepisce bene il perchè, ma si tende a creare una sorta di complicità tra gli spettatori presenti in sala.
Il film narra la storia di Africo, un paesino in provincia di Reggio Calabria.
Un Comune isolato dal mondo, nel quale gli abitanti che vivevano in questo luogo dimenticato, si scambiavano quello che producevano per vivere.
Alcune scene sono molto suggestive, per la varietà di colore offerta dell’incantevole paesaggio.
Ci sono delle scene mozzafiato, ad esempio quelle girate vicino al fiume oppure intorno al fuoco.
“Aspromonte” parte in sordina per poi rapire lo spettatore piano piano.
Osservare da Calabrese quello che succedeva fa parecchio riflettere, perché il film mostra come si viveva intorno agli anni cinquanta.
In questo paesino ci si aiutava l’un l’altro ma si moriva e si continuava a morire perché non c’ era neanche un medico.
Gli abitanti si rendono sempre più conto che bisognava aprirsi al mondo: collegandosi con la marina.
Infatti il percorso che conduceva al mare era quasi inesistente, bisognava costruire una strada. E Peppe (Francesco Colello) uno dei personaggi più importanti di questa storia, insieme agli altri abitanti cercano di farlo.
Sono ostacolati da un signorotto locale Don Totò (Francesco Rubini), ma non solo, anche le forze dell’ordine non sono vicine ai cittadini.
Centrale risulta la figura di Ciccio detto “il poeta” (Marcello Fonte), che porta allegria e pensieri insoliti all’interno di tutto il villaggio. Importante è anche la maestra (Valeria Bruni Tedeschi) arrivata dal nord, che cerchera’ con carattere e caparbietà di inserirsi in un contesto non semplice.
Ricordiamo anche Marco Leonardi e la bella Elisabetta Gregoraci.
La regia è di Mimmo Calopresti, le musiche sono davvero accattivanti, realizzate dal maestro Nicola Piovani.
Sicuramente andare a vedere questo film rappresenta un modo per trascorrere due ore in maniera differente dal solito, guardando un passato fatto di colori, suoni e parole dialettali tutte in Calabrese.