Innovativo e contemporaneo, ma sempre immortale. Si è percepita una nuova “luce” nella versione di ‘Hamlet’, con Giorgio Pasotti e Mariangela D’Abbraccio, andata in scena ieri sera a Lamezia Terme, in un Teatro Grandinetti Comunale gremito. Lo spettacolo è stato organizzato da AMA Calabria, diretta da Francescantonio Pollice, e sostenuto dal Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria.
Con il suo lavoro liberamente tratto dall’’Amleto’ di William Shakespeare, il regista Francesco Tavassi è riuscito a entrare nell’universo descritto dall’Autore, pur indirizzando la sua visione dell’opera verso una modernità ricercata con estrema cura, esprimendo appieno gli enigmi del personaggio, interpretato da Pasotti, e seguendolo nel labirinto della sua mente e della sua anima.
Tutta la drammaticità del testo di Shakespeare viene ‘alleggerito’ dalla presenza di Rosencrantz e Guildersten, i due amici di Amleto che, attraverso sottili battute e grande spirito di adattamento alle varie situazioni, creano un’atmosfera di allegria imprevista, che il pubblico ha gradito. E’ la volontà di rendere più fruibile un testo altrimenti drammatico.
Lo stile contemporaneo ha funzionato anche grazie all’ambientazione attuale, in cui fanno capolino i cellulari, il linguaggio più moderno, le inattese e inusuali musiche dei Sigur Rós, degli Who, dei Placebo e di Jordan Critz. Brani che riescono a sottolineare perfettamente le situazioni e i momenti delle scene. L’intera narrazione si svolge all’interno di una scenografia essenziale ma di grande impatto, raffigurante il castello di Elsinore. Una dimensione in cui, a due metri di altezza, Amleto si muove come fosse un equilibrista, mentre gli altri attori agiscono sul palcoscenico in un’altra dimensione spazio temporale.
‘Hamlet’ è costruito in maniera ingegnosa e non mostra segni di cedimento, riuscendo, grazie alle singole interpretazioni degli attori, a narrare la storia portando ritmo e movimento all’intera messa in scena, interessante e fantasiosa. Nonostante la trascrizione, nulla cambia rispetto al testo originale. Amleto è stato rappresentato esattamente come lo ha descritto Shakespeare: un ragazzo emotivo che, distrutto dalla rabbia, dal senso di colpa e dall’ossessione per la morte, vedendo il fantasma di suo padre, non è in grado di agire rettamente per vendicarne la morte, e di affrontare sua madre o sposare la povera Ofelia.
L’interpretazione di Giorgio Pasotti, calatosi nei difficili panni del protagonista, ha mostrato una performance con molteplici livelli.
Dai toni pacati e amorosi nei confronti di Ofelia, a quelli intensi e rabbiosi, la sua recitazione è una impresa di fisicità. È bravo quando riesce ad esprimere la follia di Amleto attraverso contrazioni ed esplosioni improvvise. Una prova, la sua, che trova il perfetto climax nel momento più atteso della serata. Nel monologo “essere o non essere” esprime tutto la sua rabbia e il suo dolore con grande enfasi.
La Gertrude di Mariangela D’Abbraccio è una donna dei giorni nostri, attenta alla fisicità e con la precisa voglia di evitare di invecchiare, di sentirsi una donna non più desiderata. La sua è una lettura perfetta del personaggio, non solo ‘frivolo’, ma anche pieno di drammaticità nel finale. Una presenza che conferisce una preziosa umanità al suo personaggio, con il quale si entra in sintonia durante il confronto tra lei e Amleto.
‘Hamlet’ vive, però, la sua intera narrazione sulla coralità della Compagnia composta da Massimo Odierna (Re Claudio e lo Spettro), Claudia Tosoni (Ofelia), Diego Migeni (Polonio), Pio Stellaccio (Laerte), Salvatore Rancatore (Rosencrantz) e Andrea Papale (Guildersten).
Di grande effetto scenico la scena finale di ‘Hamlet’. Un duello brutale che culmina in un incontro di scherma tra Amleto e Laerte, suo fratello, durante il quale muoiono tre personaggi: Gertrude, lo stesso Laerte e Re Claudio. Un momento bello e straziante che porta a un finale inevitabilmente drammatico. L’ultimo monologo chiude un lavoro perfetto nell’intento di trasformare un classico, portandolo all’attenzione di un pubblico che ricerca nuove espressioni teatrali. Un adattamento che riesce a esprimere compiutamente tutti i suoi aspetti: intenzione, sperimentazione ed esito.
La conclusione dello spettacolo viene salutata da lunghi applausi scroscianti sottolineati dalle note di ‘A sky full of stars’ dei Coldplay. Un finale degno che sottolinea l’apice del crescendo dell’intera opera.
AMA Calabria tornerà protagonista con ‘Astor, un secolo di tango’, che si terrà giovedì 15 dicembre al Teatro Comunale di Catanzaro, e venerdì 16 dicembre al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme. Nel “concerto di danza” le musiche di Piazzolla emergeranno come le vere protagoniste in una nuova armonia artistica danzata. I brani arrangiati da Luca Salvadori saranno eseguiti dal vivo dal bandoneón di Mario Stefano Pietrodarchi, esecutore brillante di fama internazionale.
Sabato 17 dicembre, alle ore 21, il trio Danilo Rea, Massimo Moriconi e Ellade Bandini si esibirà all’Auditorium Casa della Pace “Frammartino” di Caulonia nel nuovo progetto che si ispira all’affiatamento delle esperienze vissute a fare musica insieme e dallo stesso amore di intendere la musica: dalla canzone italiana allo standard americano.