Prosegue la stagione concertistica dell’Associazione Quintieri
C’è grande attesa per l’esibizione del Maestro Stanislao Giacomantonio che si terrà domenica 27 marzo 2022, alle ore 20.00, presso la Sala Quintieri del Teatro Rendano di Cosenza.nota stampa _ Concerto di Stanislao Giacomantonio al Teatro Rendano di Cosenza
Il concerto di musica per pianoforte, dal titolo “Senza rete”, rientra nel calendario della stagione concertistica dell’associazione Quintieri in cui l’apprezzato esecutore presenterà un avvincente programma: A las tres, Ribel tango, Un oceano di troppo, Polvere di farfalle, Impatto imminente, La donna del mistero, Petali di carillon, Povero mondo, io donna ti guardo!, Il rumore dell’autunno, Femme fatale, Fiori d’inchiostro, Senza via di fuga…dalla tua anima, Lo strappo, Quel maledetto taxi dell’addio, E dammi un po’ di respiro!, Quel night club di Bahia Blanca, L’Emicrania di Prokofiev, Rivelazioni intime.
I concerti del Maestro Giacomantonio hanno riscosso sempre larghi consensi e apprezzamenti, sia da parte dei tecnici e della critica sia da parte del pubblico più eterogeneo.
“Sono davvero molto emozionato nell’esibirmi nella mia città. Nonostante la mia formazione scientifica sono un po’ scaramantico e non voglio parlare del concerto: anticipo soltanto che non ci sarà musica d’avanguardia, ma tutte mie composizioni nate dal cuore prima che dalla testa. Spero di regalare un po’ d’emozioni al pubblico, in particolare a persone per me molto speciali, che spero di vedere presenti al concerto”.
Stanislao Giacomantonio, nato a Cosenza da una famiglia di musicisti, inizia a studiare musica all’età di 6 anni sotto la guida del nonno Giuseppe Giacomantonio, musicista-compositore, fondatore e primo direttore del Conservatorio di Musica di Cosenza intitolato all’omonimo bisnonno compositore e operista “Stanislao Giacomantonio”.
Il giovane Stanislao si iscrive al Conservatorio a 11 anni e subito debutta con la sua prima esibizione pubblica all’università “Brunel College” di Londra. A tredici anni tiene la seconda importante esibizione pubblica al Teatro Rendano di Cosenza con musiche di Prokovief. In quegli anni comincia ad esibirsi in pubblico anche con brani di sua composizione e a soli 14 anni partecipa al primo Concorso Pianistico Internazionale “B. Pasquini” della città di Pistoia, classificandosi fra i finalisti. All’età di 20 anni compone “La Caduta”, un brano per pianoforte che diventa la sigla del programma televisivo dedicato alla musica classica “Una vita per la musica”. A 21 anni si diploma in pianoforte e in quegli anni partecipa a numerose tournée di musica classica per pianoforte in Italia e in paesi esteri: Inghilterra, Francia, Russia, Svizzera e Argentina. Nello stesso periodo si esibisce come compositore , con successo, a Roma presso il prestigioso Palazzo Barberini.
Nel 1999 Giacomantonio consegue la laurea in Informatica presso l’Università degli Studi di Salerno, con una tesi sperimentale che risolse l’ultimo problema teorico di un particolare settore di indagine sulla sincronizzazione nelle reti: un modello successivamente sfruttato, con finalità artistiche, per la produzione di materiali sonori elettronici utilizzati in alcune pubblicazioni musicali in CD. Nel 2002 pubblica il CD di musica elettronica Chaosphera, edito da Brigante Edizioni Musicali.
Di questo connubio tra musica, informatica ed elettronica si confida il compositore: ”Fin da bambino ho nutrito e manifestato un forte interesse per la scienza. Ricordo che a 5 anni mi regalarono un atlante anatomico e io, ancora analfabeta, rimanevo incantato dalle varie illustrazioni e fotografie del corpo umano. Erano gli anni in cui un giovane Piero Angela teneva i suoi programmi di divulgazione scientifica. Durante l’infanzia e l’adolescenza mi nutrii di letture scientifiche di tutti i tipi: ricordo che al liceo compravo praticamente tutte le riviste scientifiche disponibili. Infine, a 15 anni, la scoperta del computer e dell’elettronica, in particolare delle radiotrasmittenti. Poi, verso i 17 anni fui catturato da un sogno: l’intelligenza artificiale, ovvero quella branca dell’informatica, intersecata da altre discipline come la filosofia della mente, la psicologia cognitiva, ecc., che si propone di simulare alcune abilità tipiche di noi esseri umani: il sogno di simulare l’intelligenza e l’apprendimento. Un sogno antico da certi punti di vista, se pensiamo a tutti i miti e le leggende. Il sogno di costruire una macchina intelligente mi spinse ad iscrivermi alla facoltà d’ingegneria e poi a quella d’informatica. Facendo un passo indietro, diciamo ai 15 anni d’età, ricordo che a Cosenza vennero dei musicisti e dei ricercatori da Roma e dall’Aquila per un seminario sulla musica elettronica, quella “colta”, d’avanguardia, nata 70 anni fa e che vide fra i suoi pionieri personaggi del calibro di Stockhausen, Xenachis, Boulez ed il nostro Luciano Berio. In quell’occasione nacque il mio interesse per la musica elettronica, che andò a sposarsi naturalmente e spontaneamente con gli altri miei interessi scientifici e musicali affini. Prima della scelta della facoltà universitaria, il mio caro professore d’italiano e latino, Erasmo Aristide Mancuso, figura centrale nel mio percorso di formazione culturale di base, mi disse due cose pensando alle scelte che avrei dovuto fare per il futuro: Informatica e Musica. Avevo soltanto 17 anni e il mio caro professore di liceo aveva già capito che il connubio fra musica ed informatica avrebbe caratterizzato il mio futuro professionale. Inutile dire che ci azzeccò in pieno. Tanto che a 35 anni soni divenuto professore di musica elettronica in conservatorio”.
Il compositore cerca di non cedere alle tentazioni di un virtuosismo fine a se stesso o a alle tentazioni di una ricerca formale e grammaticale tutta cerebrale ed autoreferenziale e vive sempre in maniera molto naturale la passione e la pratica della musica e della ricerca scientifica, usando nell’uno e nell’altro mondo gli stessi schemi mentali, i metodi e una sana dose d’immaginazione. La musica elettronica, e in generale l’informatica sonora e musicale, fanno da cerniera e da punto di contatto fra le due anime del pianista, quella scientifica e quell’artistica, ribadendo che non vi è mai stata soluzione di continuità fra i diversi ambiti e mantenendo sempre distinte la musica tecnologica e la composizione elettronica da quella tradizionale acustica, e nello specifico pianistica.
“Ho passato tanti anni a sperimentare nel campo della musica elettronica e tanti anni al pianoforte nel praticare la composizione pianistica, ma non ho mai sentito l’esigenza di mescolare i due mondi, facendo quello che nel gergo moderno prende il nome di “contaminazioni”. Voglio rimanere con due anime distinte e separate ma che vanno perfettamente d’accordo”.
Nel 2013 Stanislao Giacomantonio ha composto 18 brani pianistici, che stanno riscuotendo ancora molto successo: brani che costituiscono un intero programma da concerto della durata superiore a un’ora. Un repertorio molto vario che propone generi e suggestioni stilistiche diverse e di ampio respiro, con brani che rientrano nell’alveo della tradizione classica, permeati di modernità e delle sue forme espressive.