La storia d’amore tra Dalida e Luigi Tenco rimane indelebile nella memoria collettiva, segnata da una passione intensa che si concluse tragicamente con il suicidio di entrambi, a distanza di 20 anni l’uno dall’altro. Oggi, voglio raccontarvi questa vicenda, esaminando gli eventi che hanno portato a una fine così drammatica per due celebri artisti.
Era negli anni Sessanta, in uno studio della Rai, durante la trasmissione Scala Reale, conosciuta in passato come Canzonissima, che la talentuosa cantante francese, Dalida, ebbe l’opportunità di portare al successo “La Danza di Zorba”, una canzone dalle atmosfere greche che si rivelò un grande successo. Fu proprio in quel periodo che nacque l’amore infuocato tra Dalida e Luigi Tenco, intensificatosi tra il 1965 e il 1966, quando i due artisti collaborarono e registrarono il celebre brano “Bang Bang”. La canzone raggiunse la vetta delle classifiche, un successo che avrebbero desiderato replicare con “Ciao Amore Ciao”, una canzone che rifletteva l’amarezza di Luigi Tenco, un inno alla redenzione tanto sognato ma che sembrava impossibile da realizzare. Purtroppo, il fallimento di questa canzone al Festival di Sanremo avrebbe scatenato una serie di eventi tragici destinati a segnare per sempre la carriera di entrambi gli artisti.
L’esibizione al Festival di Sanremo
“Ciao Amore Ciao” era un brano d’amore che rifletteva il dramma dell’Italia contadina costretta a urbanizzarsi. Nel 1967, i due artisti portarono la loro canzone sul palco del Festival, esibendosi in una doppia versione: prima Luigi Tenco e successivamente Dalida, l’ospite internazionale. La serata, però, fu funestata da un’atmosfera cupa. Gino Paoli raccontò che Tenco non era in uno stato d’animo normale quella sera, una sensazione condivisa da tutti gli amici che lo conoscevano bene. Anche la sua performance al festival fu definita assurda. Diversamente, l’esibizione di Dalida fu carica e convincente, ma non riuscì a riabilitare la canzone che, alla fine, si classificò in coda alla lista dei brani partecipanti.
Suicidio di Luigi Tenco: la tragica scoperta
Dopo la conclusione del festival, Tenco decise di non seguire Dalida e lo staff della RCA per la cena. In quella tragica notte, alle 2:20 del mattino, Dalida rientrò dal ristorante e si recò nella camera di Tenco, solo per scoprire che l’artista era morto. Un grido di dolore si levò dal suo petto, richiamando l’attenzione di Lucio Dalla, che si trovava nella camera accanto. Accanto al corpo senza vita di Luigi Tenco si trovavano una pistola e una nota che recitava: “Ho amato il pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (anzi, tutto il contrario), ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.”
Il suicidio di Dalida
Questo segnò la fine di una storia d’amore e l’inizio di un tormento per Dalida, che a sua volta tentò il suicidio e, diversi anni dopo, nel 1987, si tolse la vita definitivamente. La tragica morte di entrambi questi artisti ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica, rappresentando una dolorosa testimonianza dei profondi tormenti interiori che possono affliggere anche le anime più brillanti. La loro passione e il loro talento rimarranno vivi nel cuore dei loro fan, ricordandoci che dietro il palcoscenico ci sono spesso storie complesse e profonde.
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