Domenica 6 dicembre alle ore 18, l’auditorium Casalinuovo di Catanzaro è stato invaso da una nuova opera musicale dal titolo “Indietro non ci torno”, l’ultima fatica musicale del cantautore Gianfranco Riccelli/Arangara.
Il risultato finale è frutto del lavoro di una band di musicisti di grande valore, tra cui Mimmo Crudo al basso, Giuseppe Franchellucci al violoncello e archi, Manuel Franco alla batteria, Febo Nuzzarello alla chitarra e Antonio Rimedio alla fisarmonica. A completare il tutto, il talento di Gianfranco Riccelli, interprete di brani raffinati come sempre, che ha suonato voce, chitarra, mandolino e armonica.
“Indietro non ci torno” segna il debutto di Gianfranco Riccelli come artista solista, dopo aver collaborato con gli Arangara per tre album dal 2005.
Il CD contiene testi inediti di Claudio Lolli, Pierangelo Bertoli e Pasquale Tropea, musicati dallo stesso Riccelli, e brani scritti a quattro mani con Marcello Barillà, tra cui il titolo dell’album. Barillà non è un volto nuovo del settore, in quanto ha una cospicua produzione di brani al suo attivo e si è esibito in vari circuiti musicali locali, ma questa è la sua prima esperienza nella produzione discografica.
“Indietro non ci torno” è un album di grande valore artistico, che permette all’ascoltatore di immergersi in un mondo di storie senza confini e di apprezzare la raffinatezza della musica di Gianfranco Riccelli e dei suoi collaboratori.
L’amore per la propria terra
Il sud Italia ha da sempre rappresentato una fonte di ispirazione per molti artisti e scrittori, grazie alla sua cultura e alle sue tradizioni radicate nella storia millenaria della regione. Nel caso di Gianfranco Riccelli, il sud rappresenta una presenza costante nelle storie che narrano attraverso la sua musica, anche se in modo sottile e non invasivo.
Infatti, in “Indietro non ci torno”, l’artista non si limita a cantare l’amore per la propria terra, ma si spinge oltre, raccontando le sfumature più intime e profonde di una realtà complessa e variegata come quella del sud Italia. La sua musica diventa così un viaggio alla scoperta della propria identità culturale e delle proprie radici, che affondano le loro origini in un passato remoto.
In questo senso, il sud diventa il filo conduttore di un’opera musicale che non si limita a esaltare la bellezza dei paesaggi e delle tradizioni locali, ma che esplora anche le ombre e le contraddizioni della società meridionale, denunciando le ingiustizie e le disuguaglianze che ancora oggi affliggono la regione.
In questo modo, la musica di Gianfranco Riccelli diventa un invito alla riflessione su temi importanti come l’emigrazione, la disoccupazione, la crisi economica e la criminalità organizzata, che rappresentano ancora oggi dei problemi cruciali per il sud Italia. Ma al tempo stesso, la sua musica rappresenta anche un omaggio alla forza e alla resilienza dei popoli meridionali, capaci di reagire con coraggio e determinazione alle avversità della vita.
In sintesi, il sud Italia rappresenta per Gianfranco Riccelli un patrimonio culturale e umano di inestimabile valore, che attraversa la sua opera musicale come un fiume sotterraneo, alimentando la sua creatività e la sua ispirazione. La sua musica diventa così un ponte tra le diverse culture e le diverse esperienze, che unisce in un abbraccio fraterno tutte le genti del sud Italia.
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