Il borgo di Taverna celebra la tradizionale festa di Gesù Bambino, unendo fede, folklore e gastronomia, con una particolare dedica a Mattia e Giorgia
TAVERNA (CZ), 4 GEN 2025 – Nel cuore della Sila Piccola, il borgo calabrese di Taverna si prepara a celebrare una delle sue tradizioni più sentite: la festa di Gesù Bambino, affettuosamente chiamato “Bomminuzzu”. Quest’anno l’evento, che intreccia sacro, folklore e gastronomia, assume un significato speciale: è dedicato alla memoria di Mattia e Giorgia, due bambini del luogo scomparsi prematuramente lo scorso autunno.
Taverna, città natale del celebre pittore Mattia Preti, nonché candidata a Capitale Italiana della Cultura 2027 con il dossier “Bellezza Interiore”, rinnova questa tradizione che unisce fede e comunità. L’atmosfera di festa è già iniziata il 27 dicembre con il novenario di preghiera, l’“Apertorio”, e il triduo di predicazione guidato da padre Giancluca Chillà.
Il clou dei festeggiamenti arriva il 5 gennaio, vigilia dell’Epifania. Dopo la Santa Messa serale, il parroco don Antonio Ranieri e il vice Vitaliano Caruso benediranno il tradizionale fuoco nella piazza antistante la chiesa di San Domenico. Qui, tra il fragore dei fuochi d’artificio e le note della banda musicale locale, si dà il via alla veglia-sagra, un momento conviviale in cui i partecipanti potranno gustare specialità locali come “purpetti”, “cuddureddhe” e vino. La serata sarà animata dal gruppo musicale calabrese “Parafoné”.
Il 6 gennaio si apre con la Santa Messa delle 5:00 del mattino, seguita da celebrazioni alle 9:00 e alle 11:00, quest’ultima solenne. Nel pomeriggio, la processione per le vie di Taverna culminerà con l’emozionante “Incontro” in piazza, quando le statue di San Giuseppe, della Madonna e di Gesù Bambino si riuniscono sotto lo scintillio dei fuochi d’artificio.
L’intera organizzazione della festa è affidata a un gruppo di giovani volontari, che con passione e impegno perpetuano questa tradizione, simbolo dell’identità di Taverna. Quest’anno, la dedica a Mattia e Giorgia aggiunge un tocco di profonda commozione e ricorda l’importanza della comunità come luogo di sostegno reciproco e memoria condivisa.