Paolo Sorrentino riporta l’Oscar in Italia dopo 15 anni
Dopo una lunga attesa, l’Oscar torna finalmente in Italia, abbracciando “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino come miglior film straniero. Un trionfo che riporta alla mente i fasti di “La vita è bella” di Roberto Benigni, l’ultimo film italiano a conquistare l’ambita statuetta, ben quindici anni fa. L’annuncio della vittoria è stato dato con grande emozione da Ewan McGregor e Viola Dacis, mentre Sorrentino ha ritirato il premio accompagnato dall’entusiasta Toni Servillo e dal produttore Nicola Giuliano.
Il film di Sorrentino si distingue per la sua trama “felliniana”, un omaggio al cinema di Federico Fellini e alla sua maestria nell’analizzare l’animo umano e la società italiana. “La Grande Bellezza” ci trasporta in un viaggio attraverso Roma e la sua élite, guidati dal protagonista Jep Gambardella, un uomo che ha conosciuto il successo giovanile come scrittore e che ora naviga tra feste, salotti e un’atmosfera decadente.
Sorrentino e la visione acuta di Roma: il Labirinto delle vanità attraverso gli occhi di Jep”
Jep, interpretato magistralmente da Toni Servillo, è un personaggio complesso, simbolo di una generazione che ha perso la propria strada nel labirinto della mondanità. Quarant’anni dopo il suo successo letterario, Jep si ritrova immerso in un mondo di vuote apparenze, dove l’effimero sembra prevalere sulla sostanza. Sorrentino ci offre uno sguardo acuto e visionario sulla Roma contemporanea, con i suoi intrighi, le sue vanità e le sue disillusioni.
Ma è con l’arrivo di Suor Maria, la “Santa”, che il film assume una nuova profondità. Il suo incontro con Jep e gli altri personaggi mette in luce la fragilità dell’esistenza umana e la necessità di fare scelte significative. Mentre il Tevere scorre silenzioso sotto i ponti, Sorrentino ci invita a riflettere sulla bellezza e sulle contraddizioni di una città eterna, capace di suscitare meraviglia e inquietudine.
In un momento in cui il cinema italiano sembra cercare nuove strade per raccontare il proprio paese, “La Grande Bellezza” si distingue per la sua audacia e la sua originalità. Sorrentino, ispirato da maestri del cinema come Fellini e Martin Scorsese, ci regala un’opera che rimarrà impressa nella memoria degli spettatori per lungo tempo. Come dichiara lo stesso regista, Roma è una città che continua a sorprenderci, un labirinto di bellezza e mistero che ci invita a riflettere sulle nostre scelte e sul nostro destino. Con “La Grande Bellezza”, Sorrentino conferma il suo talento e la sua capacità di catturare l’anima di una nazione.
Parole di apprezzamento da Massimo Ghini
Le critiche al film sono state numerose, con alcuni che lo definiscono noioso e lamentano un’eccessiva somiglianza stilistica con l’opera di Fellini. Per comprendere meglio il punto di vista sul trionfo di “La Grande Bellezza” agli Oscar, ci siamo rivolti a Massimo Ghini, presente a Catanzaro per lo spettacolo “La Moglie è in Vacanza”. Ecco cosa ha condiviso con noi riguardo a questa importante vittoria per il cinema italiano:
È una giornata di gioia e orgoglio nazionale quando un film italiano conquista l’Oscar, un momento che tutti dovremmo abbracciare con entusiasmo. Personalmente, ho visto quattro amici ricevere l’ambita statuetta, e ammetto di provare una sana invidia nei loro confronti. Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Toni Servillo, Paolo Sorrentino: un film che riunisce talenti e storie diverse del nostro cinema.
Apprezzo particolarmente quando esperienze eterogenee si uniscono in un progetto comune. So che il gusto cinematografico è soggettivo, ma non riesco a comprendere le critiche mosse contro questo film. Ammiro molto la cinematografia di Paolo Sorrentino; ha una modernità che spesso manca nel panorama cinematografico italiano contemporaneo. È un narratore diverso, e questo è ciò che lo rende speciale rispetto agli altri registi italiani moderni.
Posso immaginare la soddisfazione dei giurati degli Oscar nel premiare un film così ricco e avvincente.
Tuttavia, comprendo che le sue scelte stilistiche possano provocare delle irritazioni, ma è proprio questa la bellezza del cinema: la sua capacità di suscitare emozioni contrastanti e stimolare il dibattito. È un fenomeno che abbiamo già visto accadere con ‘La Dolce Vita’ di Federico Fellini, un altro capolavoro che ha dimostrato la qualità del cinema italiano.
Quanto alla rivalità tra guelfi e ghibellini nel nostro Paese, lascio che la storia ne sia testimone. Tuttavia, sono fermamente convinto che superando certi provincialismi, gli italiani possano davvero far valere la propria creatività e eccellenza anche all’estero. E su questo punto, sono estremamente orgoglioso.