Intervista a David Grieco: “La Macchinazione” e la verità su Pasolini
Domenica 24 luglio alle ore 21:30, durante la seconda serata del prestigioso Festival, si è tenuta la proiezione del film “La Macchinazione” di David Grieco. L’evento ha visto la partecipazione speciale del regista David Grieco e della celebre attrice Milena Vukotic.
“La Macchinazione”, uscito nel 2016, è un’opera cinematografica diretta da David Grieco che esplora la vita e le circostanze attorno alla tragica morte del regista e poeta Pier Paolo Pasolini. Nel film, Pasolini è magistralmente interpretato da Massimo Ranieri, affiancato da Libero De Rienzo, Roberto Citran e Milena Vukotic, che interpreta il ruolo della madre di Pasolini, Susanna Colussi.
Il film prende spunto dall’omonimo libro scritto dallo stesso David Grieco, in cui si affrontano le numerose e mai risolte incongruenze legate alla morte del poeta. La narrazione si concentra sugli eventi successivi alla sua scomparsa, partendo dalle accuse rivolte a Pino Pelosi fino a svelare una serie di intrighi e cospirazioni.
Trama
Estate 1975. Pier Paolo Pasolini è immerso nella realizzazione del suo ultimo film, “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, e nella stesura del romanzo “Petrolio”, che denuncia i loschi intrecci tra potere politico ed economico in Italia. Nel frattempo, Pasolini ha una relazione con Pino Pelosi, giovane borgataro romano legato alla criminalità. Una notte, alcuni amici di Pelosi rubano il negativo del film, chiedendo un riscatto ingente. Si tratta di una trappola mortale per lo scrittore.
La proiezione del film è stata accolta con grande interesse e ha suscitato un vivace dibattito tra il pubblico presente, arricchito dalla presenza di Grieco e Vukotic, che hanno offerto approfondimenti e riflessioni sulla realizzazione del film e sulla figura di Pasolini.
Recensione di “Calabria Magnifica”: un viaggio nel passato con “La Macchinazione” di David Grieco
David Grieco, con “La Macchinazione”, riapre il dibattito e le riflessioni sulla morte di Pasolini. Affrontare nuovamente questo tema richiede coraggio e determinazione, considerato quanto già sia stato esplorato attraverso documentari e cinema di finzione. Grieco, amico e collaboratore di Pasolini, ha due motivazioni forti per farlo: il legame personale con lo scrittore e il rifiuto di collaborare con Abel Ferrara per la sceneggiatura del suo “Pasolini”, giudicando che Ferrara si concentrasse troppo sulla vita sessuale dello scrittore a discapito della ricerca della verità sulla sua morte.
Il cinema italiano sembrava aver perso interesse nel ricostruire fatti importanti con accuratezza filologica e uno stile riconoscibile, lasciando questo compito alla televisione. Grieco, invece, presenta una tesi chiara: Pasolini era un ostacolo per quelli che oggi definiremmo ‘poteri forti’. Pelosi non fu il solo responsabile dell’omicidio, ma uno degli esecutori.
Massimo Ranieri offre una performance straordinaria, immergendosi nel ruolo di Pasolini sia fisicamente che caratterialmente, ricordando le grandi interpretazioni di Gian Maria Volonté. Ranieri riesce a far dimenticare l’attore dietro il personaggio, rendendo giustizia alla complessità di Pasolini.
Il film si apre lentamente per poi crescere in intensità, caratteristica rara nel cinema italiano. Grieco conclude l’opera in modo originale e visionario, riflettendo il pensiero del poeta. Le apparizioni oniriche della società odierna e la scena finale (che non sveleremo) sono potenti, così come le interpretazioni di Libero De Rienzo e Roberto Citran. Le borgate, la P2 e le location sono descritte con cura, sebbene gli effetti speciali non siano sempre perfetti.
Da ricordare è la scena in trattoria con lo studente fan di Pasolini, che fraintende la provocazione dello scrittore riguardo l’istruzione dei figli degli operai. Il film non si limita alla cronaca ma scava profondamente nei personaggi e nella società italiana dell’epoca.