Inaugurato il Magna Graecia Film Festival: “La Terra dei Santi” apre la XIII Edizione
CATANZARO, 24 LUG 2016 – Con la proiezione de “La Terra dei Santi” ieri sera è stata inaugurata con grande entusiasmo la XIII edizione del Magna Graecia Film Festival, che ha portato un’ondata di fermento nella città calabrese. La nuova e suggestiva location nell’area portuale del quartiere marinaro ha fatto da cornice a una serata memorabile, arricchita dalla presenza di star del cinema e da una folta partecipazione di pubblico.
L’attesa è stata palpabile nelle ore precedenti l’evento, alimentata anche dall’avvistamento dell’attore Matthew Modine sulle spiagge locali, un segnale della rilevanza internazionale che il festival sta assumendo.
La prima giornata si è rivelata particolarmente ricca di appuntamenti e di emozioni. Alle 17, presso l’hotel Perla del Porto, si è svolto un incontro con la stampa, aperto anche al pubblico, con i protagonisti del primo film in concorso: “La Terra dei Santi”. La pellicola, diretta dal regista calabrese Fernando Muraca, affronta il delicato tema della ‘ndrangheta con un originale taglio al femminile.
Durante la conferenza stampa, gli attori Ninni Bruschetta, Daniela Marra e Piero Calabrese, insieme al produttore Luigi La Torre, hanno presentato la pellicola, offrendo uno spaccato intenso e realistico della realtà calabrese. La trama del film ruota attorno a due donne: Vittoria, un magistrato determinato a scardinare l’omertà che avvolge le donne della ‘ndrangheta, e Assunta, vedova di un soldato della stessa organizzazione criminale, che lotta per proteggere i suoi figli e per liberarsi dalla prigione invisibile che la circonda.
Il festival, che continuerà nei prossimi giorni, promette di offrire una vasta gamma di film in concorso, esibizioni musicali dal vivo e incontri con personaggi del mondo del cinema, capaci di ispirare e far sognare intere generazioni.
L’inizio è stato senza dubbio all’altezza delle aspettative, con “La Terra dei Santi” che ha catturato l’attenzione del pubblico grazie alla sua narrazione potente e alla qualità delle interpretazioni. La presenza di Violante Placido e di altre celebrità ha aggiunto ulteriore prestigio all’evento, confermando il Magna Graecia Film Festival come un appuntamento imperdibile per gli amanti del cinema e della cultura.
La XIII edizione del festival è partita sotto i migliori auspici, promettendo di essere un punto di riferimento culturale non solo per la Calabria, ma per l’intero panorama cinematografico italiano.
Magnifico incontro con Marco Aiello e Piero Calabrese
Siamo entusiasti di presentarvi un’intervista esclusiva con due giovani promesse del cinema italiano: Marco Aiello e Piero Calabrese. Marco ha fatto il suo debutto sul grande schermo proprio con questo film, mentre Piero ha ottenuto il ruolo dopo una serie di provini, sorprendendo il regista che alla fine ha deciso di puntare su di lui. “Sono cresciuto”, ha aggiunto Piero, riflettendo sull’esperienza. Guarda il video in allegato per scoprire insieme le loro impressioni e il percorso che li ha portati a questo importante traguardo.
Magnifico incontro con Daniela Marra
Daniela Marra ha condiviso con Calabria Magnifica le sue riflessioni sulla complessa esperienza di interpretare una donna coinvolta nella ‘ndrangheta. “È stato molto interessante e difficile,” ha detto Daniela, “e come calabrese, sentivo la necessità di comprendere una parte della mia terra.” Daniela ha parlato anche della sfida di interpretare una madre per un ragazzo problematico, un ruolo particolarmente impegnativo per lei che non è madre nella vita reale. Un’esperienza intensa che l’ha arricchita profondamente.
Recensione di “La Terra dei Santi” su Calabria Magnifica
Un microcosmo di infinita valenza sociale
L’esordio cinematografico di Fernando Muraca, “La Terra dei Santi”, emerge come un’opera potente e penetrante, capace di offrire uno sguardo profondo sulla complessa realtà della ‘ndrangheta attraverso un taglio decisamente originale e al femminile. Basato sul romanzo “Il cielo a metà” di Monica Zapelli, il film si distingue per la sua capacità di circoscrivere la tematica trattata, concentrandosi sull’influenza culturale dei genitori sui figli, evitando di divagare in analisi sociopolitiche più ampie.
La Terra dei Santi: una narrazione intensa e ben strutturata
La storia si sviluppa nella Calabria contemporanea, dove Vittoria, un magistrato interpretato magistralmente da Valeria Solarino, cerca di rompere il muro di omertà che protegge la ‘ndrangheta. Le sue controparti sono Caterina (Lorenza Indovina) e Assunta, due donne profondamente intrappolate in un sistema che perpetua la criminalità di generazione in generazione. Caterina, moglie del boss Alfredo, prepara il figlio Pasquale a diventare un futuro capomafia, mentre Assunta, vedova di un soldato della ‘ndrangheta, teme che il suo figlio Giuseppe segua lo stesso destino.
Un taglio femminile originale
Il film esplora il “materno” attraverso tre figure femminili diverse, offrendo una visione inedita del fenomeno mafioso. Questa scelta conferisce alla narrazione una freschezza e una profondità meno comuni nei film di mafia tradizionali. La struttura narrativa è solida, supportata da interpretazioni eccezionali, in particolare quella di Indovina, che incarna perfettamente la complessità di Caterina.
Una fotografia suggestiva e una regia efficace
La fotografia di “La Terra dei Santi” è livida e fortemente contrastata, accentuando le divisioni nette tra legalità e crimine, maschi e femmine, onore personale e regole della società. La regia di Muraca brilla soprattutto nelle brevi ma intense scene d’azione, che ricordano il western più che il tipico mafia movie. La durata contenuta del film è un altro punto di forza, permettendo alla storia di mantenere un ritmo serrato e coinvolgente.
Dialoghi e dialetto: un doppio taglio
Nonostante i molti pregi, il film non è privo di ingenuità. I dialoghi presentano una certa letterarietà e una sovrabbondanza di dialetto calabrese che, in alcune scene, rende difficile la comprensione senza sottotitoli. Inoltre, la complessità delle relazioni familiari e alcune svolte melodrammatiche avrebbero beneficiato di una maggiore gradualità nella loro evoluzione.
Un’analisi sociale universale
Al di là della specificità calabrese, “La Terra dei Santi” offre uno spunto di riflessione universale sulla patologica degenerazione del rapporto genitori-figli, in un mondo sclerotizzato incapace di evolvere. Questo fenomeno di replicazione culturale, dove i figli sono costretti a diventare cloni dei genitori, è una critica potente e attuale.
Un esordio memorabile
“La Terra dei Santi” è un esordio memorabile, nonostante esca poco dopo “Anime nere” di Francesco Munzi, con cui condivide l’ambientazione ma non l’approccio narrativo. La visione di Muraca, pur meno ancorata alla cronaca, è artisticamente significativa e offre una prospettiva unica sul tema. La speranza, seppur debole, che emerge dal film è un’eco della complessità della realtà che descrive: un mondo in cui la lotta per il cambiamento è lenta e spesso dolorosa, ma non per questo meno necessaria.