29 settembre non è soltanto un titolo di una canzone famosa di Lucio Battisti. Rappresenta anche la data, diciamo storica, in cui moltissimi utenti hanno festeggiato l’arrivo digitale di Lucio Battisti in streaming.
Moltissime canzoni sono già disponibili sulla piattaforma Spotify, ma queste saranno presenti anche su Apple Music, Google Music, Deezer e Tindal.
L’editore Acqua Azzurra ha infatti conferito il mandato alla SIAE per la ripartizione dei diritti sul repertorio di Battisti.
Il veto imposto dalla moglie di Lucio Battisti
Ricordiamo che l’assenza online delle canzoni che hanno fatto la storia della musica leggera italiana, è da attribuirsi al divieto imposto dalla moglie di Lucio Battisti, Grazia Letizia Veronese. Infatti, ha da sempre imposto il veto per chi volesse utilizzare la musica del marito in festival, spot pubblicitari fino ad arrivare a fondazioni e serate a lui dedicate.
La vedova Battisti, comproprietaria della edizione musicale Acqua Azzurra, è sempre risultata contraria all’uso della musica del cantautore. Probabilmente, cosa mai appurata, forse fu lo stesso Battisti a volere questo divieto.
Gaetano Presti, nominato dal Tribunale di Milano come liquidatore della Società, ha invece dato mandato alla SIAE per l’incasso dei diritti web. Diritti che interessano anche Mogol, autore dei testi delle canzoni, che aveva già vinto una causa, istituita nel 2012, i cui giudici avevano considerato non giustificato il veto e riconoscendogli un risarcimento pari a 2.651.495,00 di euro, nel 2016.
Attualmente, la famiglia del cantautore detiene il 56% dei diritti del repertorio Battisti/Mogol. Il 35% è posseduto dalla Sony Music e il 9% da Mogol. La moglie e il figlio Luca hanno ancora il potere di appellarsi alla decisione presa dal Tribunale di Milano.
L’offerta musicale via web non è completa
Ciò che le piattaforme digitali offrono è solo una parte di repertorio di Battisti. Si tratta di quella legata a Mogol, ma resta ancora inaccessibile quella degli ultimi cinque album cantati da Battisti e intrise di parole di intellettualismo del poeta Pasquale Panella.
Si tratta quindi di solo 12 album storici, composti da Battisti e Mogol, che restano nell’immaginario collettivo, ma sarebbe ingiusto che anche il repertorio successivo, sebbene meno conosciuto, non venisse offerto a un pubblico magari giovane che conosce pochissimo Lucio Battisti.
La playlist “This is Lucio Battisti” sta ottenendo ascolti stratosferici su Spotify. Dopo un solo giorno sulla piattaforma ha già superato i 50 mila follower.
Non solo Spotify…
In contemporanea,Targata Sony Music, esce infatti, a due anni di distanza, “MASTERS Vol.2“. Un cofanetto con 48 brani estratti direttamente dai nastri analogici originali restaurati e rimasterizzati.
Le reazioni dei fan di Lucio Battisti
Dopo anni di “botte” legali tra la vedova Battisti e Giulio Rapetti, in arte Mogol, questa decisione accontenta anche i fan dell’artista che sperano in un cambio di rotta per la celebrazione dell’artista. Magari è solo l’inizio di un’era nuova.
Annamaria Gnisci