Anno 1972. Una band misconosciuta in Inghilterra, loro paese d’origine, viene accolta trionfalmente dal pubblico italiano, che sta allargando i propri orizzonti musicali dopo il fantastico decennio beat. Erano i Genesis, cinque ragazzi che in maniera inconsapevole hanno dato vita a uno dei gruppi più amati del rock progressivo. Sabato 22 aprile, alle ore 18, al Museo del Rock di Catanzaro, la loro storia e il loro percorso da solisti sarà raccontato da Mario Giammetti, il più importante biografo del gruppo.
I Genesis hanno ufficialmente concluso la loro lunghissima carriera un anno fa, con i concerti finali del Last Domino? tour, ma la loro musica, che ha appassionato più di una generazione, vivrà ancora a lungo nella memoria e nel cuore di milioni di fan, garantendosi così un pezzo rilevante nella storia del rock.
Ma quali Genesis? Quelli dell’era progressive con Peter Gabriel frontman, che proprio qui in Italia raccolsero i primi, fondamentali successi? Oppure quelli pop capitanati dalla personalità debordante di Phil Collins? Secondo una certa scuola di pensiero si tratterebbe virtualmente di due gruppi diversi ma in realtà, pur senza voler negare le evidenti differenze stilistiche, esiste un percorso comune che lega tutta la discografia della band, dagli acerbi esordi di From Genesis To Revelation al dark pop di Calling All Stations, passando per pietre miliari del progressive rock come Foxtrot, opere rock come The Lamb Lies Down On Broadway e smash hit come Invisible Touch. Come ad esempio la forza melodica, la raffinatezza armonica, le ritmiche innovative, i testi a volte colti, altri diretti, ma (quasi) sempre di livello.
I Genesis, poi, hanno avuto la determinazione di cambiare pelle quando hanno ritenuto esaurito un filone, e di questo gli va dato atto. Hanno portato sui palchi dei loro tour, almeno fin quando sono stati attivi anche in studio di registrazione (ossia prima della reunion del 2007), in gran prevalenza materiale di recente composizione, in controtendenza rispetto alla maggior parte dei gruppi loro coevi, irriducibili specialisti del revival. Soprattutto, hanno rivelato al mondo una somma di individualità che non ha eguali nella storia del rock, nemmeno tra gruppi ben più famosi di loro: se Gabriel e Collins sono tra le rockstar più importanti di sempre, meritano profondo rispetto anche le carriere individuali di Steve Hackett, Mike Rutherford (a capo del progetto Mike & The Mechanics), Tony Banks e anche il primo chitarrista Anthony Phillips.
Mario Giammetti, nell’incontro del Museo del Rock, moderato da Piergiorgio Caruso, ci parlerà in un incontro di tutto questo e di tanto altro. Mario Giammetti è il giornalista che, nel mondo, ha scritto sui Genesis di più in assoluto: con una carriera ultratrentennale di critico musicale alle spalle (Ciao 2001, Rockstar, Jam e Classic Rock tra le riviste con le quali ha collaborato più assiduamente). Di grande rilievo internazionale i suoi libri, circa una mezza dozzina di libri, dedicati ai Genesis (due dei quali in lingua inglese) e persino di più sui solisti: dopo un volume su Peter Gabriel (Arcana 1999), si è infatti buttato in un’avventura unica al mondo, un libro per ciascuno dei membri dei Genesis (compreso l’ultimo cantante Ray Wilson), per creare una sorta di enciclopedia in sette volumi sottotitolata “Genesis Files”. Inoltre, Giammetti è il fondatore e il direttore responsabile di Dusk, l’unico Genesis magazine al mondo del quale, a partire dal marzo 1991, ha pubblicato regolarmente 103 numeri