Si chiuderà domenica 31 con Roberto Vecchioni, grazie alla collaborazione con la Esse Emme Musica, il RiaceInFestival 2016, la manifestazione nata sull’onda della politica di accoglienza e reinsediamento dei rifugiati e richiedenti asilo politico che l’Amministrazione comunale del paese dei Bronzi sta attuando da anni.
Iniziato lo scorso 24 luglio, il festival si compone di un concorso cinematografico anche per cortometraggi che vuole dare spazio a produzioni indipendenti legati ai temi delle migrazioni, della multiculturalità, del rapporto tra paesi ricchi e paesi poveri con una particolare attenzione alle opere ambientate o riguardanti il bacino del Mediterraneo: gli otto giorni in programma vogliono richiamare l’attenzione sul percorso innovativo che l’Amministrazione comunale di Riace ha avviato coniugando l’accoglienza dei migranti con il rilancio del proprio territorio, promuovendo lo scambio e la conoscenza reciproca, contro ogni forma di chiusura e razzismo, ma anche offrendo un’inedita immagine della Calabria, diversa da quella nota attraverso la cronaca nera.
Nella sua serata conclusiva il Festival consegnerà i tre premi del Granaio della memoria – per video che andranno a fare parte del costituendo archivio dedicato al tema dell’accoglienza -, i premi del Concorso Corti, e il Premio Gianluca Congiusta, dato quest’anno dalla Fondazione dedicata al giovane commerciante assassinato dalla ‘ndrangheta al regista Fabio Mollo, protagonista della prima parte della serata del 31 luglio con il suo film “Il Sud è niente”.
La grande chiusura, realizzata in collaborazione con la Esse Emme Musica di Maurizio Senese, sarà poi con una sorta di talk show moderato da Angelo De Luca che vedrà protagonisti il primo cittadino di Riace Domenico Lucano, il presidente della Regione Mario Oliverio, il cantautore Roberto Vecchioni e il chitarrista Massimo Germini. I due artisti, al termine dell’incontro, terranno un live acustico.
«Abbiamo fatto questo festival grazie a molto volontariato – ha affermato il sindaco Lucano -, in molti hanno voluto partecipare per la semplice condivisione di un messaggio culturale, un’idea. La serata conclusiva è in questa linea: pur rimanendo fuori dai grandi bandi per le attività culturali, abbiamo comunque potuto fare questa manifestazione, giunta alla sua sesta edizione». Il segreto è nel messaggio stesso che Riace porta con sé, quello di «un’altra accoglienza possibile – ha detto ancora Lucano -, dove c’è un rapporto umano senza pregiudizi. Che è del resto l’anima di una Calabria attraversata da tante problematiche, ma priva di incertezze nell’aprire le porte al mondo».