Premio del pubblico “Piazza Mario Monicelli” a “La prima volta di mia figlia” di Riccardo Rossi
Nelle lande cinematografiche calabresi, giorno 27 luglio, si è consumato un evento di risonanza al Magna Graecia Film Festival: la proiezione del film “La prima volta (di mia figlia)”, del 2015, un’opera co-scritta, diretta e interpretata dal poliedrico Riccardo Rossi.
Sbirciando tra le pagine del diario della giovane Bianca, figlia quindicenne di Alberto, medico e padre separato, ci si imbatte in un segreto che scuote le fondamenta della sua esistenza: la ragazza ha progettato il suo debutto amoroso. Preso dal panico più totale, Alberto escogita un piano disperato per dissuaderla, organizzando una cena con la sua cara amica Marina, ginecologa di professione e confidente di fiducia. Tuttavia, la presenza inaspettata di altri due commensali trasformerà presto l’evento in una surreale riunione terapeutica.
L’esordio alla regia di Riccardo Rossi, eminente figura teatrale, trasporta sul grande schermo la sua tipica maschera di saggezza, educazione e sfigataggine, regalandoci una commedia garbata e borghese. L’argomento delicato affrontato, sebbene attuale, viene trattato con leggerezza e garbo, ponendo l’accento sulla sempre più diffusa realtà dei genitori impreparati al ruolo.
La messa in scena, classica e lineare, si distingue per la cura nei dettagli e per un’osservazione acuta delle piccole cose, mentre i titoli di coda riservano una sorpresa gradita. Pur soffrendo della transizione dal palcoscenico al grande schermo, Rossi si circonda di collaboratori esperti, tra cui gli attori Fresi, la Foglietta e la Sacchi, nonché gli sceneggiatori Infascelli e la Barzini, e il direttore della fotografia Maurizio Calvesi.
Il cuore del film è rappresentato dalla caotica cena organizzata dal padre impacciato, con i due ospiti inopportuni che fungono da catalizzatori per le situazioni più comiche e grottesche. Sebbene non memorabile, questo piccolo film merita sicuramente uno sguardo, poiché riesce a suscitare risate genuine senza prendersi troppo sul serio. Un modesto contributo al panorama cinematografico locale, ma un segno di speranza per il futuro.