E sono andate alla grande anche la seconda e terza giornata del Festival internazionale di cinema eco-ambientale. Questa volta San Pietro Magisano si è fatto “porta sul mondo”, per riprendere un’espressione suggerita dalla pellicola in concorso di Manuele Mandolesi-Matteo Delbò. Si tratta del film (BEST DOCU SILA) vincitore di sabato (3 settembre), per la categoria documentari. Il giovane regista marchigiano, che da qualche anno vive a Roma, ha ritirato il premio per il suo lavoro “LIBERA ESPRESSIONE” (free speech).
E se ognuno deve dare il proprio segno e ci può riuscire anche con una piccola telecamera, Manuele ha di certo centrato l’obiettivo. «Grande documentario e grande operazione narrativa di denuncia»: è con queste parole che ha preso il via un’intervista a tre voci, moderata dal noto giornalista Rai e di La7 Francesco Brancatella. Manuele Mandolesi, affiancato dal presidente di giuria Claudio Cosentino, non ha fatto mistero sulla natura della sua opera (ambientata a Lampedusa, a partire dall’anno 2011, dopo la Primavera araba; si tratta di una storia “senza veli”, raccontata da Antonino Maggiore nei suoi 3 anni di attività e videoblogger da Lampedusa): «l’abbiamo raccontata – ha spiegato il grande documentarista Mandolesi, parlando di Lampedusa- così come noi l’abbiamo vista e come, viceversa, non abbiamo visto fare». Insomma, con “Libera espressione” ha tirato un altro vento, un’altra aria per l’isola “porta d’Europa” («porta ispirata alla drammatica vicenda delle migliaia di migranti che, affrontando incredibili avversità, tentano – troppo spesso invano- di raggiungere l’Europa alla disperata ricerca di un destino migliore»).
Il film vincitore si è rivelato in perfetta sintonia con “L’incontro” affrontato nel pomeriggio durante l’intervista fatta al magistrato originario di San Pietro Magisano Erminio Amelio da parte di Teresa Garcea. Il romanzo in questione (“L’incontro”) è «giocato su racconti e incontri generazionali che creano al suo interno un particolare movimento ondivago e sfasano, appunto, il romanzo nei suoi tempi e nei suoi spazi». Il tema proposto è quello DELL’IMMIGRAZIONE DI IERI E DI OGGI, vissuta nell’incontro fra due ragazzi e conosciuta attraverso il racconto generazionale di padri e nonni: «…tutti i padri – si legge nel libro- partono per lavorare, per guadagnare soldi, per farci stare meglio».
La serata è stata ricca di spunti di riflessione sul tema eco-ambientale: è stato mostrato il PROGETTO FILMICO, “Padre Gerardo Beccaro”. Il volto del silenzio”, a cura di Elio Panzarella (con intervento dello stesso sul ruolo chiave dell’Archivio storico fotografico della Calabria). E ancora, FRANCESCO BRANCATELLA ha presentato il reportage (di 35 minuti) “L’anima nascosta” (della Calabria) realizzato dalla giornalista-documentarista Vittoria Camobreco, laureata all’Accademia di Belle Arti (Catanzaro), e autrice di diversi programmi televisivi (in onda, negli ultimi 15 anni, su reti televisive come VideoCalabria e Telejonio).Un racconto fatto con occhi e da un’angolazione diversi, per entrare nell’anima più nascosta della Calabria (di località calabresi come Bruzzano Zeffirio, Brancaleone, Bova, Ferruzzano, Galliciano’, Roccelletta di Borgia).
A far vibrare le corde del cuore del pubblico presente, a fine serata, ci ha pensato il seguitissimo gruppo catanzarese capitanato da Ivan Colacino, i Quarto Bra, con la loro musica rock e pop.
Lo spettacolo musicale è tornato sul palcoscenico di San Pietro Magisano anche domenica 4: Alma Manera e Beppe Convertini si sono esibiti con “Ciak si gira!… Cine…mà”, accompagnati dalla pianista Kozera Prifti. Quello di Alma Manera, dalla spiccata sensibilità artistica, è stato un raffinato omaggio da San Pietro (dove nei giorni scorsi l’artista versatile ha cantato alla presenza del Pontefice) alla Madonna della Luce, venerata con somma devozione in questa realtà territoriale, sempre nel fulgido ricordo di Beatrice Tallarico.
Armonie musicali, ma anche pagine indelebili: Barbara Pullano ha presentato “Joe Petrosino. L’incorruttibile” di Nino Melito Petrosino. Il pronipote di Joe Petrosino ha ricordato «il grande detective e il primo italiano che sfidò la mafia».
E poi, la premiazione del BEST SILA SHORT. A vincere la terza categoria è stato il commovente cortometraggio spagnolo “CUERDAS” di Pedro Solís García. Un cartone animato «un po’ triste, ma – ha commentato l’art director Claudio Cosentino-, con un grande messaggio di speranza». Un corto che ha davvero saputo legare (con una “corda” simbolica e invisibile, ma non diversa da quella del titolo, “Cuerdas”, per l’appunto) il cuore di quanti si sono emozionati vedendolo.
La kermesse itinerante ideata dal produttore italo-americano cav. Raffaele Alberto della Aurelia film Production Company è arrivata al rush finale: si concluderà proprio tra qualche ora (05/09).