Profuma sempre più di Calabria l’edizione 2016 del Premio Tenco. Dopo la nomina di Otello Profazio decisa dalla direzione del Club Tenco, la giuria, composta da oltre duecento giornalisti e critici musicali, ha infatti designato Peppe Voltarelli nella cinquina dei finalisti che si contenderanno la Targa Tenco per la sezione interpreti: un riconoscimento estremamente lusinghiero anche in considerazione del prestigio degli altri autori in lizza per la stessa sezione, tra i quali Francesco de Gregori e Peppe Barra.
Artista a dir poco eclettico –scrittore, attore e compositore per il cinema e il teatro-, ormai al giro di boa dei venticinque anni di carriera, Voltarelli ha avviato, nel 2005, una carriera da solista che si è guadagnata da subito un largo seguito di pubblico, anche fuori dai confini nazionali, e lusinghieri riconoscimenti di critica. Questo suo personale omaggio a Otello Profazio cade nel bel mezzo del suo cammino di arte e di vita e risponde all’urgenza di rivendicare con fierezza le proprie origini, senza lasciarsi tentare da fughe estetizzanti verso lidi lontani. Da qui anche la scelta di tenere a bada la sua prorompente personalità per offrire al ‘suo’ pubblico, senza inutili orpelli, alcune gemme del repertorio di Profazio, quasi a voler stringere, in un giro armonico o nel distendersi di una rima, un legame tra generazioni diverse e restituire, a un paese senza memoria, pezzi significativi della sua stessa storia culturale.
Un progetto ambizioso che si è concretizzato in un CD-Book con il quale l’editore Squilibri ha inaugurato una nuova collana, Crinali, dedicata proprio alla canzone d’autore. Voltarelli canta Profazio si apre , infatti, con un racconto dello stesso Voltarelli, I piedi nella terra, presenta saggi critici di Domenico Ferraro (docente dell’università di Roma-Tor Vergata), Laura Lombardi (storica dell’arte dell’Accademia di Brera) e Carlo Muratori (autore degli arrangiamenti) ed è corredato dalle opere artistiche di Anna e Rosaria Corcione che, lavorando con la tecnica del décollage su materiali storici, hanno a loro volta reso omaggio a un altro grande calabrese come Mimmo Rotella. Perno centrale di tutto il progetto è, ovviamente, il disco nel quale Voltarelli, con un’interpretazione magistrale, fa rivivere la tradizione dei cantastorie, che nell’incontro tra Otello Profazio e Ignazio Buttitta ha avuto uno dei suoi momenti più emblematici, animando la rappresentazione dolente e stralunata di un meridione eternamente eguale a se stesso, ancora oggi alle prese con gli stessi problemi di ieri.
Quale che sia la decisione finale della Giuria, la duplice designazione –Profazio Premio Tenco 2016 e Peppe Voltarelli tra i finalisti delle Targhe Tenco- premia anche l’impegno della nostra casa editrice che, fondata e diretta da un calabrese, all’antesignano del folk revival in Italia ha già dedicato tre volumi con quattro CD e che, non a caso dunque, ha pubblicato l’ultimo lavoro di Voltarelli, condividendone la genesi e le motivazioni di fondo: riportare al centro dell’attenzione generale temi di sorprendente e drammatica attualità, evitando il lamento compassionevole e l’autocommiserazione pietosa per affidarsi semmai all’ironia e al continuo capovolgimento di prospettiva, secondo registri espressivi cari ad entrambi gli autori. Voci di un meridione consapevole e resistente –è stato scritto- che si ostina a rivendicare con orgoglio le ragioni più profonde del suo essere periferia, con l’eccellenza di una proposta musicale e culturale allo stesso tempo