Nella follia della ricostruzione etnica fascista, il 6 ottobre 1938 è una data importante: è l’inizio ufficiale per la persecuzione degli ebrei.
Proprio oggi, il 6 ottobre di ottantadue anni fa, il Gran Consiglio del fascismo emetteva la famosa, ed altrettanto vergognosa, “Dichiarazione sulla razza” che veniva adottata dallo Stato italiano con decreto regio legge il 17 novembre dello stesso anno.
La coscienza razziale
All’interno del documento si dichiarava: “l’attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un’attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l’aspetto metropolitano di un problema di carattere generale“
La campagna antisemita era già iniziata mesi prima
In realtà, la campagna antisemita era già iniziata con il “Manifesto della razza“, pubblicato in sordina sul “Giornale d’Italia” il 15 luglio 1938.
Il titolo che anticipava la campagna contro gli ebrei e le minoranze era “Il Fascismo e i problemi della razza“. Questo veniva ripubblicato sul numero uno della rivista “La difesa della razza” il 5 agosto. Da sottolineare che era firmato anche da ben 10 scienziati.
Il 5 settembre, veniva scritto il primo decreto che fissava i “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista“. Due giorni dopo, il 7 settembre, veniva reso pubblico il testo che fissava i “Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri”.
Il 6 ottobre 1938 l’Italia è pubblicamente antisemita
Il 6 ottobre 1938 il Gran consiglio stabiliva i criteri e le misure secondo le quali una persona era di razza ebraica.
“Si considera di razza ebraica colui che nasce da genitori entrambi ebrei; colui che nasce da padre ebreo e da madre di nazionalità straniera; colui che, pur essendo nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica; non è considerato di razza ebraica colui che è nato da un matrimonio misto, qualora professi altra religione all’infuori della ebraica, alla data del 1 ottobre 1938 (anno XVI dell’era fascista).“
Le deroghe e i divieti
Nel 1939 veniva adottata un’integrazione attraverso la figura del cosiddetto “ebreo arianizzato“. In questo caso specifico le leggi razziali venivano applicate con alcune deroghe e limitazioni.
I divieti
All’interno della “Dichiarazione sulla razza” il Gran consiglio del fascismo stabiliva:
a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici – personale civile e militare – di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell’Interno;
d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell’Impero.
Dal 6 ottobre 1938, quindi, gli ebrei sul territorio italiano avevano delle limitazioni sia personali che professionali.
Le deroghe
Poche le eccezioni ammesse. Come si legge nella “Dichiarazione della razza”: nessuna discriminazione sarà applicata – escluso in ogni caso l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado – nei confronti di ebrei di cittadinanza italiana – quando non abbiano per altri motivi demeritato – i quali appartengano a:
1) famiglie di Caduti nelle quattro guerre sostenute dall’Italia in questo secolo: libica, mondiale, etiopica, spagnola;
2) famiglie dei volontari di guerra nelle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola;
3) famiglie di combattenti delle guerre libica, mondiale, etiopica, spagnola, insigniti della croce al merito di guerra;
4) famiglie dei Caduti per la Causa fascista;
5) famiglie dei mutilati, invalidi, feriti della Causa fascista;
6) famiglie dei Fascisti iscritti al Partito negli anni ’19-20-21-22 e nel secondo semestre del ’24 e famiglie di legionari fiumani; 7) famiglie aventi eccezionali benemerenze che saranno accertate da apposita commissione.
Per la maggioranza, invece, gli atti discriminatori e persecutori furono tanti.
Altre limitazioni
Inoltre, gli ebrei non potevano:
a) essere iscritti al Partito Nazionale Fascista;
b) essere possessori o dirigenti di aziende di qualsiasi natura che impieghino cento o più persone;
c) essere possessori di oltre cinquanta ettari di terreno;
d) prestare servizio militare in pace e in guerra. L’esercizio delle professioni sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.
Ancora, si dichiarava:
1) che agli ebrei allontanati dagli impieghi pubblici sia riconosciuto il normale diritto di pensione;
2) che ogni forma di pressione sugli ebrei, per ottenere abiure, sia rigorosamente repressa;
3) che nulla si innovi per quanto riguarda il libero esercizio del culto e l’attività delle comunità ebraiche secondo le leggi vigenti;
4) che, insieme alle scuole elementari, si consenta l’istituzione di scuole medie per ebrei.
“Non saranno espulsi gli ebrei stranieri over 65 anni e chi ha contratto un matrimonio misto italiano prima del 1 ottobre 1938.”
“Non si volta una pagina senza prima averla letta”
Il 6 ottobre 1938 è una data che spacca in due l’immagine dell’Italia: da Paese civile a xenofobo.
Il 6 ottobre 1938 l’Italia era ufficialmente razzista.
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