Non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Non è un modello di civiltà stare sul divano e gravare sulle spalle degli altri col reddito di cittadinanza
L’EDITORIALE – Come editore di Calabria Magnifica e imprenditore, non sono mai stato un grande sostenitore del reddito di cittadinanza. Ho visto in prima persona come questo sussidio possa rappresentare un freno all’economia italiana. Devo dire che mi è piaciuto molto ciò che ha detto il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, quando ha dichiarato sul palco di Vinitaly, che è meglio essere agricoltori che stare sul divano a ricevere il reddito di cittadinanza.
In passato, il lavoro nell’agricoltura era considerato qualcosa di degradante, inferiore perfino a vivere con i sussidi statali. Ma il governo di centro-destra sta ribaltando questa filosofia, riconoscendo l’importanza del settore agricolo e la necessità di trovare manodopera per coltivare la terra.
Come ha sottolineato Lollobrigida, i giovani italiani devono sapere che non è svilente andare a lavorare in agricoltura. Al contrario, ciò che non è un modello di civiltà è non lavorare e gravare sulle spalle degli altri con il reddito di cittadinanza. Gli imprenditori agricoli hanno bisogno di manodopera esterna quando manca quella interna, e ci sono almeno centomila posti di lavoro disponibili nelle campagne italiane.
Il Ministro ha anche parlato della necessità di valorizzare gli istituti agrari attraverso un’adeguata formazione e orientamento. Questi istituti rappresentano eccellenze nel settore e vanno potenziati per garantire la formazione adeguata ai giovani interessati all’agricoltura.
La posizione del Ministro è stata condivisa da Coldiretti, che ha portato numeri a sostegno di questa rivoluzione nel mondo agricolo. Secondo l’associazione, sul milione di lavoratori entrati in agricoltura con un contratto di dipendente, uno su tre era rappresentato da under 35. Ci sono anche oltre cinquantacinquemila giovani imprenditori italiani che hanno scelto di investire nella terra nel 2022, dalla coltivazione all’allevamento, dall’agriturismo.
Coldiretti ha anche segnalato le figure specializzate più richieste, come i trattoristi, i serricoltori, i potatori e i tecnici dell’agricoltura 4.0. Inserire i giovani nel mondo dei campi è favorito dalla necessità di colmare la mancanza di manodopera, che ha colpito duramente le campagne lo scorso anno, con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali.
Concludendo, sono felice di vedere il governo di centro-destra valorizzare l’agricoltura e incentivare i giovani a lavorare nei campi. Come ha sottolineato il Ministro Lollobrigida, non è un modello di civiltà stare sul divano e gravare sulle spalle degli altri col reddito di cittadinanza. Speriamo che questa nuova filosofia possa portare benefici sia all’economia che alla società nel suo complesso.
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