Il candidato a sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita (Cambiavento): “Abbiamo strumenti e risorse per coglierla e frenare il declino del capoluogo e del suo hinterland”
Molti mi chiedono cos’è il progetto “Grande Catanzaro”? È solo una visione? No, non è solo una visione, né tantomeno una suggestione da campagna elettorale. È un’opportunità vera, concreta, per la quale esistono strumenti e risorse; utili, se opportunamente sfruttate, a frenare il declino di Catanzaro e del suo hinterland.
La nostra idea è costruire un’Area Urbana Funzionale di oltre 130.000 abitanti, capace di assicurare sviluppo, e alzare la qualità della vita, connettendo tra di loro i territori. È un’idea coerente con le linee guida dell’Unione Europea, che già aveva orientato i fondi 2021-2027 verso le Aree Urbane Funzionali secondo criteri di correlazione: pendolarismo lavorativo, sanitario, scolastico; elementi questi che dimostrano la connessione dei territori.
Ecco perché la Grande Catanzaro è possibile. Ecco perché è possibile pensare di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, con progetti di ampio respiro nel campo della trasportistica, dei cicli delle acque e dei rifiuti, dell’istruzione e della cultura, tali da saldare i rapporti tra il Capoluogo e i Comuni limitrofi o prossimi.
Si partirà ovviamente da quanto è stato già fatto dagli Ambiti Territoriali dei rifiuti, della distribuzione del gas naturale e dell’Autorità idrica. Catanzaro dovrà mettere al servizio dell’Area tutte le sue ulteriori potenzialità: la sanità, l’università, le grandi strutture culturali, pensando agli abitanti dei Comuni dell’hinterland come a un’unica, grande comunità. I Comuni limitrofi o prossimi (Albi, Borgia, Caraffa, Fossato Serralta, Gimigliano, Marcellinara, Pentone, San Floro, Settingiano, Sellia, Simeri Crichi, Squillace, Stalettì, Tiriolo) dovranno, dal canto loro, superare vecchie visioni, viziate talvolta da campanilismo e miopia, per guardare a Catanzaro non come a una città che accentra o respinge, bensì come a un riferimento inclusivo e aggregante per tutte le esigenze della vita, dalle cure sanitarie allo studio alla cultura. Solo così, la Grande Catanzaro, costruita nel pieno rispetto dell’identità e delle specificità di ogni singola comunità, potrà controbilanciare lo strapotere politico-istituzionale-economico delle province più forti, Cosenza e Reggio Calabria.
Sul piano concreto, la Grande Catanzaro potrà proporsi per una progettazione unitaria ed ambire ad importanti misure di finanziamento nei campi dell’ambiente, dei trasporti, dell’istruzione, del turismo e della cultura, dell’innovazione tecnologica, delle energie rinnovabili. L’Area Urbana Funzionale dovrà avere un brand unico, costruendo innanzitutto un’offerta turistica coordinata, capace di intercettare consistenti quote di turismo nazionale e internazionale. Si pensi ad un litorale unico attrezzato da Squillace a Sellia, alla combinazione mare/monti, al patrimonio archeologico, storico, ambientale e artistico (dal Parco Scolacium al Vivarium di Cassiodoro, dalle opere di Mattia Preti alla Riserva di Valli Cupe, solo per citare alcuni esempi).
I problemi andranno affrontati in una visione unitaria. Si pensi alla depurazione e alla qualità delle acque marine. Che senso ha risolvere il problema del depuratore di Lido se contemporaneamente non si risolve quello degli impianti limitrofi di Roccelletta e Simeri? Le forme di collaborazione/sinergia tra Catanzaro e i Comuni possono essere infinite: si va dall’innovazione tecnologica alla formazione dei dirigenti, dal risparmio energetico alle politiche culturali.
Un elemento fondamentale di questo ragionamento è il sistema dei trasporti che dovrà saldare il Capoluogo a tutti i Comuni limitrofi o di prossimità, permettendo un interscambio moderno, rapido e sicuro. Il ruolo della metropolitana – messo in relazione alle tratte ferroviari di Rfi e Ferrovie della Calabria – è evidente.
Occorre introdurre una governance unica, una regia del sistema dei trasporti – utilizzando ovviamente anche quello su gomma – che serva anche a rendere sostenibile la gestione della metropolitana. In questo contesto va inserito il problema del recupero della vecchia stazione di Catanzaro Sala.
Abbiano già le idee chiare su come procedere. Come primo atto concreto, istituiremo un Coordinamento, formato dai sindaci dell’Area, a cui affidare l’elaborazione di un parco progetti in tema di trasporti, ambiente, sanità, istruzione e cultura, turismo, innovazione tecnologica, energie rinnovabili, formazione professionale. Il parco progetti dovrà trovare compatibilità nella programmazione europea, in quella del PNRR e in quella regionale.
Il secondo step sarà rappresentato dall’ideazione di un brand dell’Area che potrebbe essere La Grande Catanzaro – La Terra tra i Due Mari su cui costruire un primo progetto di offerta turistico-culturale integrata. Ma su questo aspetto di comunicazione dovranno pronunciarsi tutti i Comuni.
Il terzo step sarà un confronto serrato del Coordinamento con la Regione per chiedere un riequilibrio nella distribuzione delle risorse che oggi vede una sproporzione a favore di Cosenza e Reggio Calabria.
Sarà un percorso lungo, non privo di ostacoli, ma ritengo sia l’unica strada seria e concreta per passare da un Capoluogo decadente e isolato ad una Grande Catanzaro che riprenda un ruolo guida in Calabria.