Riceviamo e pubblichiamo nota dei consiglieri comunali, Vincenzo Capellupo e Alberto Carpino
Non avevamo dubbi che il leghista Riccio avrebbe continuato a buttare la palla in tribuna producendosi in attacchi personali invece di rispondere nel merito agli argomenti con cui abbiamo puntualmente smascherato le sue contraddizioni politiche dopo il furto all’Ente Fiera.
La sua produzione quotidiana di propaganda distruttiva e disfattista continua furbescamente senza sosta. Riccio insiste nel rivolgere domande strumentali all’amministrazione Fiorita ma si guarda bene dal rispondere del suo operato. Eppure ce ne sarebbero di cose su cui dovrebbe fare chiarezza.
Perché, per esempio, in tanti zelanti comunicati non ha mai trovato il modo di condannare con parole chiare ed esplicite il crimine consumato all’Ente Fiera? Da un esponente di quella Lega che della sicurezza ha fatto una bandiera ce lo saremmo aspettato. E ancora di più ce lo saremmo aspettato da chi, politica a parte, per lavoro indossa, o dovrebbe indossare, la divisa dell’Arma.
Perché Riccio non si è mai curato in passato di sollecitare la messa in sicurezza globale della struttura e dell’area su cui essa sorge? Magari all’epoca non era stato ancora fulminato sulla via di capitan Salvini? Ma era pur sempre un carabiniere! Se lo ricorda?
E che dire poi dell’edificio che avrebbe dovuto ospitare, nel quartiere Pistoia, la scuola di polizia penitenziaria? Abbiamo ricevuto in eredità una struttura devastata dagli atti vandalici e non ci risulta che Riccio, nel corso della sua lunga e variegata carriera politica, abbia fatto qualcosa di concreto perché venisse messa in sicurezza e vigilata. Anche in quel caso si è voltato dall’altra parte. Forse il carabiniere Riccio non gradiva un presidio di legalità in un quartiere che vede sovente la legalità messa a rischio? Risponda!
Omissioni, silenzi, mancate prese di posizione su crimini gravi svelano assoluta assenza di senso delle istituzioni e disamore per la città. Di questo Riccio dovrebbe dare conto all’opinione pubblica, piuttosto che offendere l’intelligenza della gente con la sua propaganda.