L’Isola che non c’è dal romanzo di James Matthew Barrie, è un luogo immaginario in cui agisce il personaggio di Peter Pan e a cui solo i bambini possono accedere, grazie alla loro immaginazione, seguendo la “seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino“.
E qualcosa in comune con Catanzaro c’è.
Ci sono i pirati che lasciano la spazzatura per strada, a qualsiasi ora; ci sono i bimbi sperduti che continuano a differenziare e rispettare gli orari di raccolta e c’è soprattutto l’isola che non c’è.
E già, se infatti il capitolato di gara prevedeva un’isola ecologica realizzata con un ritardo di oltre un anno senza che l’amministrazione applicasse un solo centesimo di penale ai privati che gestiscono la raccolta differenziata in città, l’offerta tecnica prevede una seconda ISOLA ECOLOGICA con punto informativo nel quartiere Lido che, manco a dirlo, non solo non è stata ancora realizzata, ma l’amministrazione comunale continua a mantenere un rapporto di totale contiguità con i privati non applicando le sanzioni previste e comunque non intimando agli stessi di realizzare il centro di raccolta previsto dal contratto di gara.
Da diversi mesi, infatti, chiediamo del perchè il centro di raccolta previsto a Lido rimane invisibile ai nostri occhi. No, non c’entra Peter Pan. Parliamo di Isola Ecologica. Proprio quella che avrebbe dovuto permettere ai cittadini del quartiere Lido di depositare i propri rifiuti differenziati anche in giornate fuori dal calendario di raccolta, con l’incentivazione, oltretutto, di un sistema di premialità per i più virtuosi. In compenso però le royalties vengono puntualmente percepite dai privati per gli obiettivi della raccolta raggiunti e confutati dall’Arpacal.
Su questo abbiamo interrogato il Sindaco, con la speranza che ai buoni propositi possano seguire i fatti e, soprattutto, le risposte.
Ora mi chiedo, un cittadino o un’attività commerciale del quartiere Lido, dopo aver pagato la TARI, a chi deve rivolgersi per smaltire i rifiuti, poiché la raccolta differenziata funziona solo in parte e con “l’isola (ecologica) che non c’è” ?