Codacons: «Abramo non si faccia ricordare per il primo sindaco sciolto per mafia»

Sergio Abramo, ex sindaco di Catanzaro
Sergio Abramo, ex sindaco di Catanzaro

La nomina di una commissione d’accesso per verificare la sussistenza di collegamenti tra la criminalità ed amministrazione comunale di Catanzaro, sarebbe un fatto tanto grave quanto mortificante.

Due inchieste, “Farmabusiness” e “Basso profilo”, per molti aspetti strettamente collegate e che disegnano, entrambe, inquietanti intrecci tra ‘ndrangheta, imprenditori e politici, fanno tremare le mura anche di Palazzo De Nobili.

Le presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione della cosa pubblica; lo squallido mercato dei voti che parrebbe aver garantito l’elezione di più di qualche consigliere; una politica letteralmente in ginocchio dinnanzi fior di delinquenti, sono tutti elementi finiti nel mirino anche della Prefettura di Catanzaro, che ha chiesto la documentazione relativa alle indagini in corso.

Indagini destinate ad avere nuove eco, alla luce dei tanti “omissis” che lasciano supporre, appunto, ancor più clamorosi sviluppi.

Come dire, al peggio non c’è fine. Lo“scioglimento per infiltrazioni mafiose, della città Capoluogo di Regione, sarebbe davvero devastante – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons. Una realtà già provata dalle innumerevoli operazioni investigative, che hanno consegnato un quadro terribile di una città strozzata in una morsa che le impedisce di risollevarsi, con il commissariamento si ritroverebbe in ginocchio. Bisogna evitare che Catanzaro finisca in questo baratro”.

Per questo motivo il Codacons si appella al sindaco. “Confidiamo che Sergio Abramo non vorrà certo essere ricordato come il primo sindaco sciolto per mafia“.

“Le sue immediate dimissioni – proseguono da Codacons – garantirebbero la possibilità di tornare al voto già nella prossima primavera, mentre un eventuale scioglimento avrebbe uno strascico temporale lunghissimo, paralizzando l’attività amministrativa nel Bel mezzo di una crisi non solo sanitaria ma, soprattutto, economica, oltre all’onta di essere una città infiltrata dalla mafia”.

Per queste ragioni confidiamo che Abramo voglia compiere un “gesto d’amore” per la città ed evitarle nuove ed ulteriori umiliazioni.

“Altrimenti – conclude Codacons – sarà chiara la voglia di questa amministrazione di rimanere incollata alle proprie poltrone. Poltrone che, secondo la procura, sembrano essere state conquistate grazie ad inconfessabili e scellerati accordi. Caro Sindaco, metta al riparo Catanzaro dal fango, e contribuisca a far pulizia da ogni sospetto. Le dimissioni sono l’unica via per tornare a farle respirare aria pulita”.