CATANZARO, 7 APR 2019 – Valorizzare le professionalità e le competenze dei partecipanti al concorso per 643 ispettori del Corpo di Polizia Penitenziaria del 2008 specializzati in giustizia minorile, affinché non vengano assegnati a sedi non coerenti con la loro formazione, è l’obiettivo della interrogazione rivolta ai ministri della Giustizia e per la Pubblica Amministrazione da parte del vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, on. Wanda Ferro, e dai colleghi Carolina Varchi, Ciro Maschio, Ylenja Lucaselli, Andrea Delmastro, Giovanni Donzelli, Emanuele Prisco, Monica Ciaburro e Carmela Bucalo.
L’interrogazione, sollecitata dal “Comitato Vice Ispettori 2019 DGMC”, riguarda il concorso che si è concluso solo recentemente, dopo ben 11 anni dalla pubblicazione, con un ampliamento dei posti elevati a 1232.
“La durata abnorme dell’iter concorsuale – spiegano i deputati di Fratelli d’Italia – ha determinato una serie di problematiche legate alla normativa sopravvenuta e alle nuove e differenti esigenze di organico che, però, non tengono conto delle previsioni contenute nel bando di concorso; in particolare il bando stabiliva che le assegnazioni nelle sedi avvenisse secondo l’ordine di graduatoria risultante dagli esami di fine corso e con conferma nella sede di appartenenza compatibilmente con la dotazione organica. Entrambi i criteri sono stati disattesi arrecando un grave pregiudizio a tutti i partecipanti con l’ulteriore aggravante, per le 47 unità specializzate in Giustizia minorile, che non solo non rientreranno nelle rispettive sedi ma saranno trasferite negli istituti per adulti, con evidente perdita delle competenze acquisite nel corso degli anni in un settore particolarmente delicato che richiede una formazione specifica”. Per questo i deputati di Fratelli d’Italia hanno chiesto ai rappresentanti del governo se ritengano normale che un concorso possa durare ben 11 anni e quali iniziative urgenti intendano adottare per valorizzare le risorse specializzate in Giustizia minorile ed evitare che le stesse siano assegnate a sedi non coerenti con la formazione posseduta.