L’ex premier, fresco di leadership pentastellata, in tour in Calabria: dal Cosentino, alla jonica reggina. In agenda solo “pubbliche chiacchierate” con candidati, attivisti e simpatizzanti a sostegno di Amalia Bruni
Giuseppe Conte, ex premier, oggi in Calabria per la sua prima “venue” in veste di leader del M5S. Incontri, passeggiate, appuntamenti in piazza. Tutto molto “casual”, senza palchi, senza comizi, senza troppe formalità insomma. Motivo della visita, naturalmente, le elezioni regionali, in cui il M5S corre insieme al Pd, a sostegno di Amalia Bruni candidata a presidente della Regione Calabria.
I temi affrontati da Conte
“Il vaccino – dice l’ex premier, di fronte ad un gruppo non poi così numeroso di simpatizzanti – salva le vite e siccome adesso siamo in una fase in cui la stragrande maggioranza della popolazione risulta vaccinata, noi dobbiamo riappropriarci delle nostre vite, quindi ripartiamo in modo pieno anche con la cultura, con lo spettacolo e con gli eventi sportivi, oltre che con le attività economiche”.
“Il M5S – sottolinea Conte – è assolutamente favorevole alla diffusione dello strumento del Green Pass. L’obbligo vaccinale, come ho sempre dichiarato, è una extrema ratio” -, prosegue, attento a non irritare quella base no vax che nei pentastellati c’è ancora.
“Quindi adesso – dichiara il leader del M5S – spero che la Lega possa chiarire al proprio interno una posizione definitiva e non cambi idea, come è già successo in passato, adesso che c’è il passaggio parlamentare. Il Paese ci chiede responsabilità!”.
Conte in Calabria: la “scelta” di attivare “pubbliche chiacchierate”
Queste le parole di Giuseppe Conte e delle sue “pubbliche chiacchierate” per dimostrare di essere tra la gente e chissà forse per evitare il rischio di parlare di fronte a piazze non poi così affollate, visto gli ultimi punti persi nei sondaggi dal Movimento 5 Stelle. In Calabria, del resto, i pentastellati non sono mai riusciti a strutturarsi per bene, solo nel Cosentino hanno raggiunto percentuali significative alle elezioni locali, ma quello è sempre stato terreno del “ribelle” Nicola Morra, andato via mesi fa.
A confermare questo quadro è stata la veloce visita del ministro Luigi Di Maio della settimana scorsa, che di certo non ha scaldato gli animi. Poi c’è da considerare la schizofrenica volontà/non volontà di unire le forze con il Pd e con le altre forze di centro-sinistra a tutti i livelli, così come accade oramai in maniera più o meno sistemica a livello centrale.
Sembra dunque un M5S disorganizzato e poco preparato, almeno sul fronte delle relazioni politiche. Insomma un mezzo pasticcio, di cui Conte sembra essere perfettamente consapevole. Da qui la scelta, poco voluta, molto forzata, di impostare questa campagna elettorale molto poco abbottonata. Le stesse parole dell’ex premier sembrano già un commento di una sconfitta elettorale: “Questo è un passaggio elettorale che non trascuriamo affatto, ma il dialogo col Pd va avanti al di là dei risultati che otterremo. Stiamo costruendo un progetto Paese, il M5S si è completamente rinnovato, occorrerà del tempo per dispiegare questo rinnovamento!”.
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