Catanzaro è agli ultimi posti della classifica relativa alla qualità della vita in Italia nell’indagine annuale redatta da Italia Oggi-Università la Sapienza di Roma. Ma il dato ancor piú drammatico è il dettaglio di due parametri che vedono Catanzaro all’ultimo posto assoluto nelle province calabresi: il disagio sociale e il tenore di vita. Due elementi che evidenziano la povertà materiale e umana in cui hanno fatto piombare il Capoluogo e che nascono da una condizione sempre piú asfissiante particolarmente per i giovani, cui non viene data possibilità di esprimersi, di crescere, di valorizzarsi, perchè oppressi da un dilagante degrado civico e culturale e da una profonda mancanza di alternativa.
Abramo se la prende con il concittadino ovviamente deprecabile che blocca il traffico o getta la carta per strada, per non prendersela con la sua Amministrazione, emblema di una catanzaresità che ha messo in ginocchio la comunità, che ha mortificato l’idea di vivere insieme, che predica ogni secondo bene e manca di progettazione tutti i giorni, che sposa la propaganda e abbandona la realtà, che cura interessi di pochi a scapito della collettività. Questo disagio sociale e questo tenore di vita sempre piú basso si vedono nei visi delle persone che ogni giorno amano Catanzaro e soffrono a vederla deturpata e offesa. Una Città è povera, se prima di tutto è povera culturalmente. E non è la cultura elitaria che fa la differenza, ma quella vera, che opera sinergicamente, che promuove, che costruisce. Basti pensare all’ennesima assenza di programmazione in prossimità delle festività natalizie. Il classico momento di gioia, in cui molti rientrano nella propria terra, nella massima occasione di condivisione coi propri cari. E invece, ai soliti spot elettorali balneari che davano per fatte galattiche programmazioni con gli operatori di settore già consolidate sotto l’ombrellone, risponde l’assenza di un cartellone definito a 15 giorni dal Natale. Poi usciranno le solite sigle, i vice dei vice, i giovani dei vice giovani, ispirate da un solo grande fratello, per dire che tutto va alla grande. Basta rivedere gli anni recenti: a parte poche eccezioni e qualità non certo ascrivibili all’Amministrazione Abramo, nonchè l’impegno di bravi operatori culturali, dove abbiamo visto, per precisa inadeguatezza politica, sfilare artisti mediocri o dilettanti allo sbaraglio, attrattive da medioevo, tamarrate spacciate per megashow o nascondini involontari nel deserto di Corso Mazzini, oboli per i quartieri, spartizioni misere e spreco di risorse pubbliche. Proprio nel momento in cui le Città d’Italia e della stessa Calabria provano a dare e fare il meglio, la Catanzaro della Cultura mediocre offre il peggio. Ma non solo perchè manca di una visione di politica culturale, ma perchè invece di unire, divide, invece di attrarre turisti, li respinge, invece di pensare soluzioni per padri e figli, pensa solo a dire quanto è stato bello il Capodanno nel libro dei sogni a Ferragosto. Non ci interessa dare i voti o fare processi sul manifesto, il palco, le lucine. Ci interessa prendere per mano tutti quei catanzaresi che vogliono cambiare, che vogliono riscrivere le pagine di una Città morente, che puó solo rinascere da queste macerie. Lunga vita ai ribelli.
Sergio Costanzo consigliere comunale – #fareperCatanzaro