I danni provocati dal sindaco Abramo non si contano più. Ora si aggiunge anche quello – veramente grave – del mancato trasferimento dell’Accademia delle Belle Arti nel complesso ex Educandato, a pochi passi dal Municipio. A causa dei ritardi accumulati dall’Amministrazione nella consegna dell’edificio, che doveva avvenire nel mese di luglio secondo i consueti “proclami stampa”, l’anno accademico dell’ABA è invece iniziato da settembre nella vecchia sede di Mater Domini.
L’operazione “Accademia in centro” è saltata di un anno, senza che Abramo senta il dovere di chiedere scusa e di ammettere i suoi limiti, non essendo assolutamente in grado di rispettare gli impegni. Altro che efficienza!
Il presidente Soriero, il direttore Politano, i docenti e gli studenti si erano illusi di potere prendere possesso di una sede nuova e prestigiosa, invece sono ancora in una sede periferica, staccata dal contesto cittadino.
Ora ci domandiamo: se l’Accademia di Belle Arti è stata costretta ad allungare di un anno la sua permanenza nella sede di Mater Domini, di proprietà della Provincia, chi pagherà il fitto mensile che l’ABA deve a Palazzo di Vetro per tutto il 2018 e probabilmente per buona parte del 2019? A meno che Abramo, nella sua nuova veste di presidente della Provincia, non farà una magia per non riscuotere queste somme, esponendosi alla Corte dei Conti!
La cosa veramente gravissima e offensiva verso l’intelligenza altrui è che Abramo ha organizzato un’inaugurazione-farsa della struttura già a settembre del 2017, con tanto di taglio del nastro, musica, ricchi premi e cotillon. Una presa in giro di natura elettorale a cui la gente fortunatamente non ha abboccato, punendo nelle urne sonoramente l’Amministrazione “monocolore” alle ultime elezioni politiche.
Il grande bluff dell’Accademia all’ex Educandato fa il paio con un altro, clamoroso bluff, quello dei corsi di specializzazione al San Giovanni, operazione che avrebbe dovuto portare in centro centinaia di studenti. Dalle nostre scarne informazioni, ci risulta che solo pochissimi corsi sono stati organizzati dall’Università e che nelle salette del San Giovanni fanno capolino ogni tanto solo qualche decina di studenti che appena possono scappano via.
Il disegno “abramiano” per la salvezza del centro storico è fallito perché costruito con arroganza, incapacità, mancata condivisione, a colpi di maggioranza e senza alcuna visione del futuro.
D’altronde i primi a non credere nella resurrezione del centro storico sono proprio taluni imprenditori che hanno preferito fittare i propri immobili per attività “morte”, come banche e uffici, anzichè puntare sulla ristorazione, sull’artigianato, sull’innovazione.
Non lamentiamoci, dunque, se il nostro corso appare sempre di più un deserto, da cui tutti scappano via.
Gruppo consiliare FareperCatanzaro