La replica ricca di retorica politica (degna di un politico navigato o di chi è abituato a essere ombra dei politici) del Commissario dell’Ambito Territoriale di Caccia CZ1 (con nomina scaduta il 30 settembre scorso) non risponde alle nostre precise domande.
Intanto visto che si firma Commissario sarebbe utile sapere se è stato prorogato, giusto per correttezza che così tanto sottolinea nel suo intervento.
A nulla serve poi che spieghi la sua storia politica se non per far intendere di aver acquisito in questi anni l’abilità del giocatore delle tre carte necessaria solo per glissare le domande puntuali e dettagliate che gli sono state rivolte, domande che saranno riprese nelle querele che presto fioccheranno sulle scrivanie della Regione Calabria.
Abbiamo dedicato abbastanza tempo alla lettura del disciplinare tanto che nelle nostre domande abbiamo citato articoli e commi.
Domande che bisogna riformulare visto che sono rimaste inevase.
E’ vero che sono state revocate l’assegnazione di più zone vocate alla caccia al cinghiale a più squadre che era assegnatarie da anni?
E’ vero che tale zona poi è stata assegnata ad una squadra dove egli era componente (dimessosi ad hoc pochi giorni prima tra la nomina della giunta ed il decreto del Governatore) a commissario a favore del figlio?
E’ vero che nella stessa squadra a cui è stata assegnata la zona è componente il fratello di un funzionario dell’Ufficio Caccia della Regione, lo stesso incaricato della perimetrazione della zona?
È vero che lo stesso è proprietario, o qualche familiare diretto, di un’ area ricadente nella perimetrazione?
Sono queste le cose di cui aspettiamo risposta…E’ vero il vento è cambiato e le posizioni raggiunte grazie a “Santi in Paradiso” non devono far prevalere le posizioni personali a discapito del bene comune. Del rispetto che egli ha all’appartenenza politica e al rapporto fiduciario poco importa, anche se ad esempio sarebbe utile sapere come mai alle ultimi consultazioni comunali di Simeri Crichi ha appoggiato il candidato di centro destra, candidando addirittura un proprio parente in lista e facendo anche comizi contro il centro sinistra,anche se l’appoggio a nulla è servito, visto che le elezioni si sono concluse con una sonora sconfitta. Di questa coerenza politica era al corrente ed ha avallato anche il suo “amico” ed il mio “amico” Ciconte? Ne era a conoscenza il Presidente Oliverio?
Ci aspettiamo dall’ on. Ciconte una presa di posizione forte a favore della legalità, ristabilendo lo stato delle cose, altrimenti lo riteremmo correo del reato.
Non deve certamente deludere il Presidente Oliverio, ma non deve nemmeno deludere i tanti cacciatori della nostra provincia.
Sergio Costanzo Consigliere Comunale (#fareperCatanzaro)