«La nomina di Giuseppe Zuccatelli quale commissario alla sanità calabrese deriva da una scelta del ministro della Salute, Roberto Speranza, che personalmente non condivido per il metodo seguito e perché abbiamo sempre predicato rinnovamento e ricambio generazionale». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Giuseppe d’Ippolito.
«Ciononostante, – precisa D’Ippolito – al netto dell’improvvida tesi di Zuccatelli sull’inutilità delle mascherine, risalente allo scorso 27 maggio e da ultimo ritrattata, va anche evidenziato che da commissario del policlinico universitario di Catanzaro egli ha saputo fronteggiare il rettore dell’ateneo, struttura che sulla sanità calabrese continua a fare la parte del leone pur non garantendo, a fronte di un corrispettivo regionale da anni superiore di molti milioni a quanto consentito dalle norme vigenti, l’attivazione del Pronto soccorso, l’emergenza-urgenza, l’accreditamento delle scuole di specializzazione e la lotta efficace al Covid, in virtù di incrostazioni di potere che peraltro coinvolgono alcuni degli ex e degli attuali dirigenti regionali, già protagonisti di sforamenti di bilancio e del fallimento della fondazione Campanella per le cure oncologiche».
«Credo allora – sottolinea il parlamentare del Movimento 5 Stelle – che, anche a seguito della vicenda delle dimissioni del generale Saverio Cotticelli, si debba lavorare insieme, senza polemiche, senza divisioni e con piena coscienza politica per individuare figure coraggiose cui affidare la guida dell’intera struttura commissariale, consapevoli che un nuovo corso debba e possa iniziare dalla risoluzione dei problemi del policlinico universitario, già messi in evidenza dalla relazione del 2008 della commissione ministeriale d’inchiesta Serra-Riccio».
«Confido – conclude D’Ippolito – in un’attenta e serena valutazione, da parte dell’intero governo, di questa necessità, perché le questioni da risolvere sono molto più gravi e profonde di quelle che appaiono in tv e sui social, e pertanto non possiamo sbagliare sul futuro della sanità calabrese».