Elia Diaco: Campagna vaccinale, troppi interrogativi su quell’Asp di Catanzaro

Elia Diaco
Elia Diaco

L’ultimo grido di allarme risale giusto a un paio di giorni fa. A lanciarlo, gli studi odontoiatrici della provincia di Catanzaro: 200 titolari e 400 dipendenti. Un piccolo esercito di operatori tagliato fuori dalla campagna di vaccinazione anti Covid-19. Ma questi non sono i soli a vivere una condizione oggettiva di rischio e dunque di vera e propria angoscia. Medici di base, operatori di strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali private, accreditate presso la regione, subiscono anche loro le conseguenze di un’incertezza determinata dalla sostanziale mancanza di programmazione nella campagna vaccinale da parte dell’ASP.

È vero che i vaccini sono stati in parte somministrati, ma con quali criteri? Secondo quale calendario? Con quale programmazione? Tutte queste domande sono tuttora prive di risposte e la sensazione è che l’ASP di Catanzaro navighi a vista. È mai possibile che le strutture o i singoli operatori vengano informati di essere destinatari di un certo numero di dosi con scarsissimo anticipo? E mai possibile che nessuno sappia se è quando riceverà i vaccini? Ed è proprio questo andazzo che, in prima battuta, fa nascere il sospetto che sia la casualità e non la pianificazione del lavoro a dettare l’agenda. Non si dica poi che sono i vaccini a scarseggiare, perché i problemi nella produzione sono una novità (negativa) emersa solo di recente mentre il sospetto che l’ASP difetti gravemente di programmazione risale a ben prima che Pfizer rallentasse la distribuzione del prodotto.

Tutto questo è inammissibile. La pandemia ha stravolto la vita delle persone, ha seminato lutti, creato povertà, polverizzato certezze e non si può accettare in alcun modo che proprio le istituzioni chiamate a rassicurare per quanto è possibile i cittadini si dimostrino impreparate, incapaci, sciatte nell’organizzazione del lavoro. C’è un dovere di trasparenza verso la collettività che non può venire meno solo perché un’azienda sanitaria provinciale è in mano a una gestione commissariale. Dunque, l’ASP renda noto tempestivamente il calendario delle vaccinazioni, sempre che ne possieda uno.