Riceviamo e pubblichiamo nota stampa del consigliere Nicola Fiorita:
Se qualcuno aveva pensato che l’appendice finale delle feste avrebbe indotto un po’ di distrazione tra gli zelanti esponenti della maggioranza, si sarà certamente ricreduto. E’ vero che il gruppo di Catanzaro da vivere non aveva trovato il tempo di intervenire sulle bugie del sindaco Abramo in tema di videosorveglianza, né sulla querelle che ha visto fronteggiarsi lo stesso sindaco con l’on. Wanda Ferro in riferimento all’agenzia delle dogane, è vero che lo stesso gruppo consiliare non aveva trovato il modo di far sentire la propria voce sulla richiesta di trasparenza dei lavori consiliari, questa volta avanzata da Alessia Bausone, e sull’applicazione della delibera che dispone le dirette web a cui da un anno e mezzo si sottrae l’ineffabile presidente del consiglio Polimeni, è vero che i consiglieri del gruppo sono rimasti silenti sui fondi perduti per la mobilità sostenibile, sulle enormi problematiche che affliggono gli abitanti di Viale Isonzo, sulla gestione iperclientelare delle nomine operate dallo stesso Abramo in qualità, questa volta, di Presidente della Provincia, ma tutta la città dovrà ammettere che panettone, torroni e tombolate familiari non hanno fermato gli intrepidi consiglieri quando si è trattato di replicare alla collega Cristina Rotundo.
Lungi da me la volontà di sindacare le priorità che ciascuno si da, ma mi permettano i consiglieri del gruppo di introdurre una nota personale di preoccupazione nell’osservare come la pacatezza e la moderazione che generalmente connota l’agire di molti di loro appaia ultimamente sacrificata sull’altare delle sfrenate ambizioni del Presidente Polimeni, che evidentemente vuole emulare il suo nuovo Maestro Abramo anche nel trascinare i propri subalterni in una campagna elettorale permanente.
Capita così di dovere leggere nel comunicato in oggetto delle baggianate epocali, come quella che richiama il famoso detto secondo cui anche Roma non fu fatta in un giorno, per giustificare l’eccessiva enfasi attribuita all’arrivo di qualche turista pugliese in città. Mi sovviene in proposito un vecchio racconto di Ennio Flaiano, che immaginava l’arrivo di un marziano a Roma e descriveva da par suo lo straniamento del marziano nel trovarsi oggetto di smodate attenzioni, visite tambureggianti, cortesie continue, articoli di giornali. Sarà successo lo stesso agli ignari turisti pugliesi, approdati a Catanzaro seguendo l’offerta di un operatore privato e sfoggiati al pubblico, quasi come marziani, da chi era rimasto a corto di nastri da tagliare. Ma insomma, è pur vero che Roma non è stata fatta in un giorno, ma a Catanzaro in venti anni un parcheggio – un depuratore, un marciapiede – si poteva pur farlo!
Quel che più conta, però, è che il gruppo di Catanzaro da vivere – che pure in passato non aveva mancato di sottolinearne storture e contraddizioni – si sdraia in difesa del modello Abramo, imperante per l’appunto da venti anni. Quel modello che vive scaricando su altri i propri fallimenti, attribuendosi meriti non propri e facendo di tanto in tanto volare qualche colomba dal cilindro per distrarre il pubblico e illudere la città. Questa volta il prestigiatore chiamato ad occupare il palcoscenico è stato il talentuoso Pascuzzo, ignaro che le sue iniziative servono anche a far scivolare via i contributi elargiti a piene mani ad associazioni di amici e amici degli amici. E’ il modello che ha reso Abramo forte e Catanzaro piccola, che ha ingrassato i fedelisismi e reso disperate le nostre periferie, il modello che evidentemente il Presidente Polimeni vuole riproporre non appena il suo nuovo Maestro troverà alla regione una adeguata collocazione in danno del suo vecchio Maestro.
Ah, non è Esopo, ma c’è tanta saggezza anche nei proverbi calabresi: Cu du repuli vò m’acchiappa, una fuja e l’atra scappa …