Dopo la censura applicata da Rai Tre sul presidente della commissione nazionale Antimafia, Nicola Morra, per le sue parole dure nei confronti di Jole Santelli, “non posso non pensare alla nostra collega senatrice del M5S Vittoria Bogo Deledda, scomparsa a marzo scorso a seguito di una malattia oncologica”. Lo dichiara la senatrice del Movimento 5Stelle, Bianca Laura Granato.
“Non possiamo – afferma Granato – tutti noi dimenticare il suo terrore all’idea di incontrare all’ingresso o all’uscita del senato ‘Le Iene’, che la perseguitavano letteralmente ovunque con basse insinuazioni sul suo reale stato di salute. La senatrice aveva anche richiesto di poter rassegnare le dimissioni, ma la sua scomparsa ha anticipato gli effetti della sua sofferta decisione”.
“Probabilmente solo gli esponenti di Forza Italia hanno diritto per i media al processo di beatificazione post mortem, con indulto su tutto il loro operato a favore dei loro colleghi di partito indagati per concorso esterno in associazione mafiosa e scambio elettorale politico-mafioso”. È quanto afferma la senatrice del Movimento 5Stelle, Bianca Laura Granato intervenendo nel dibattito in merito alle dichiarazioni del collega Morra nel confronti della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli.
“L’intitolazione all’unanimità della cittadella della Regione da parte della giunta regionale a Jole Santelli è un fulgido esempio di revisionismo storico con apoteosi annessa sull’onda della commozione popolare – afferma Granato -.
Granato: “Berlusconi non censurò ‘Le Iene’ per il torto fatto alla nostra collega senatrice Vittoria Bogo Deledda”
“A chi ha operato in modo umile e discreto e avrebbe gradito un’uscita di scena fuori dai riflettori, proprio perché non agganciata alla politica di sistema, dopo la gogna mediatica, è toccato solo il sipario calato, senza le scuse di nessuno. Non mi pare di aver visto Berlusconi censurare ‘Le Iene’ per il torto fatto alla nostra collega senatrice Bogo Deledda, né nessun altro”. Dichiara ancora Granato.
“D’altra parte, – prosegue la pentastellata – in questi schemi agisce il sistema di informazione in questo Paese, da cui oggi escono finanche articoli che danno del perseguitato giudiziario al presidente del consiglio regionale Tallini, agli arresti domiciliari con accuse pesantissime. Per fortuna i calabresi iniziano ad aprire gli occhi: la verità non va ricercata nel nero su bianco degli articoli di giornale o nelle ricostruzioni cinematografiche di cecchini dell’informazione, ma nella ricostruzione rigorosa della sequenza di precisi atti compiuti da specifici attori“.
“La differenza tra storia e agiografia è questa – conclude la senatrice Granato -. Quanto Morra si sia sbagliato nel definire senza speranze il popolo calabrese possiamo dimostrarlo solo nella cabina elettorale. Il voto, quello sì che può cambiare la storia e l’immagine della Calabria, non le parole dei politici”.
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