“Avrei potuto sottrarmi a un confronto tv ma per onestà intellettuale ho preferito essere presente a ‘Non è l’Arena’. Volevo difendere l’istituzione Consiglio Comunale e non i consiglieri che sono destinatari di avvisi di garanzia. In diretta si è dipinta in maniera distorta la realtà”. Così il presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro, Marco Polimeni, spiega ai microfoni di Calabria Magnifica.it cosa è successo nella puntata del 12 gennaio 2020 nulla trasmissione di La7, condotta da Massimo Giletti. Il cui confronto è stato molto “acceso”. Con lui e con gli ospiti presenti in studio: i giornalisti Alessandro Cecchi Paone e Luca Telese.
Quasi sempre il presidente del Consiglio è stato invitato a dare delle risposte che evidentemente Polimeni non ha potuto o non ha voluto dare. Ma il dibattito “acceso” si è trasformato in “scontro” nel momento in cui il presidente del Consiglio Comunale di Catanzaro ha affermato: “Per me non c’è migliore esempio, per un giovane calabrese, del procuratore Nicola Gratteri”.
Appena pronunciate queste parole, il conduttore e giornalista Massimo Giletti, si è scagliato contro il politico, infuriato: “Non è una frase che viene da lei. Ha guardato a destra della telecamera, qualcuno gliel’ha suggerita. Mi sono rotto le palle di questa politica, pulitevi la bocca prima di parlare di Gratteri. Non sono un coglione. Si vergogni e chieda scusa”.
“Domani (oggi, ndr) la querelo” ha annunciato Marco Polimeni. Dopo qualche minuto, i due si sono chiariti.
La puntata era dedicata ai finti rimborsi e alle commissioni inesistenti
Parte della puntata era dedicata ai finti rimborsi e alle commissioni inesistenti messe in piedi, secondo la Procura della Repubblica, da 29 consiglieri su 32, finiti sotto indagine. Polimeni, che non è indagato, ha espresso fiducia negli organi inquirenti e ha difeso i colleghi, sostenendo che al momento sono ancora indagati e che non c’è una condanna a loro carico. E ha accusato gli ospiti in studio e la trasmissione di voler screditare la Calabria e di “fare di tutta l’erba un fascio”.