“Il settore dei matrimoni, e più in generale degli eventi privati, è al collasso. La pandemia ha generato una preoccupante flessione del fatturato e un azzeramento degli eventi che, se si vuole far ripartire l’economia del Paese, devono essere scongiurati al più presto, considerato che tale settore – riconosciuto in Italia e all’estero come un’eccellenza italiana, contando a livello nazionale circa 50 mila operatori economici, tra imprese e liberi professionisti, e oltre 500 mila persone impiegate – contribuisce a valorizzare i territori, le produzioni locali e le culture locali e in ultimo a creare identità sociale”. È quanto dichiara il Consigliere regionale Francesco Pitaro in relazione alla data di ripartenza di matrimoni ed eventi privati da parte della Regione Calabria.
“La Regione – prosegue Pitaro – si impegni per una ripartenza in sicurezza che permetterebbe agli operatori economici di acquisire una liquidità di cassa di fondamentale importanza e allo stesso tempo ne beneficerebbero anche l’indotto, dal turismo all’artigianato locale alla ristorazione”. Lo dice il consigliere regionale Francesco Pitaro presentando una mozione in Consiglio regionale dopo aver incontrato Emanuele Spagnolo, capo delegazione Calabria della Federmep (Feder matrimoni ed eventi privati), e Francesco Mazzei, membro della delegazione.
“Secondo – dichiara il Consigliere regionale – i dati resi noti da Confartigianato, in Calabria si contano 17528 imprese totali nei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding pari al 9,3% dell’intero sistema imprenditoriale della regione e, inoltre, nei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding operano complessivamente 36.505 occupati. Ebbene, non si può certo stare a guardare di fronte a una fetta importante della nostra economia che dà lavoro a tantissimi calabresi”.
“Considerato che – spiega Pitaro nella mozione – l’articolo 16 comma 2 del DPCM del 2 marzo 2021 vieta ogni festa, anche conseguente a cerimonie religiose o civili; il decreto legge 52/2021 calendarizza la ripresa per numerose attività economiche e commerciali, non contemplando tuttavia le feste, che restano quindi vietate ai sensi dell’articolo 16 del DPCM del 2 marzo 2021; il 28 aprile 2021 la Conferenza delle Regioni ha adottato Le “linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali”, ivi comprese le cerimonie (tali linee guida risultano essere immediatamente operative, senza necessità di ulteriori approvazioni o recepimenti, ma limitatamente alle attività non vietate da altre norme); tali linee guida consentirebbero lo svolgimento di cerimonie ed eventi in sicurezza.
“Alcune associazioni di categoria – si legge nella nota stampa del Consigliere regionale – si sono rese disponibili ad integrare tali disposizioni con ulteriori interventi ispirati alla sicurezza sanitaria, come gli “eventi certificati”, al fine di evitare il proliferare di feste “abusive”, come già si sta verificando in tutto il Paese; matrimoni ed eventi hanno tempi di programmazione medio-lunghi, per cui un ritardo nell’indicazione della data di ripartenza, anche se differita, rischia di compromettere anche i mesi di giugno e luglio, notoriamente “alta stagione” per i matrimoni; il 26 aprile scorso le associazioni di categoria hanno tenuto manifestazioni contemporanee in 13 città d’Italia per chiedere una data che possa permettere una ripresa immediata per la programmazione e lo svolgimento di matrimoni ed eventi e ristori adeguati alle consistenti perdite del settore, tra i pochissimi a non aver ripreso le attività”.
“Nel corso delle ultime settimane – spiega Pitaro – numerosi presidenti di Giunte regionali – tra i quali il precedente e l’attuale presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e Massimiliano Fedriga – e il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini hanno convenuto sulla giustezza delle richiesta di una data certa per la ripresa delle cerimonie e degli eventi, riconoscendo la particolare e critica situazione attraversata dagli operatori economici del settore; a fronte delle ingenti perdite registrate a causa dell’adozione dei codici Ateco quale parametro per la richiesta dei ristori, gran parte degli operatori economici del settore ha ricevuto esigui contributi, spesso sufficienti appena a pagare tasse e imposte”.
“Considerato ciò – conclude Pitaro – occorre che la Giunta regionale porti in sede di Conferenza delle Regioni la richiesta di fissazione di una data per la ripresa dei matrimoni e degli eventi affinché tale richiesta possa poi essere posta all’attenzione del governo in sede di Conferenza Stato-Regioni. La Giunta dovrebbe altresì sollecitare il governo affinché nel decreto Sostegni bis sia incrementato il fondo a favore del settore istituito con il decreto Sostegni”.